
Le competizioni di robotica, oggi molto comuni in tutto il mondo, permettono a gruppi di studenti, studiosi o appassionati di confrontarsi fra loro e offrono anche al pubblico un’interessante dimostrazione delle potenzialità di questa disciplina.
La robotica, nella sua multidisciplinarietà permette, infatti, agli studenti di apprendere in modo spesso divertente concetti relativi alla matematica, alla fisica, all’informatica, ma anche all’elettronica, all’automazione e nello stesso tempo consente loro di capire come realizzare un “sistema” costituito da varie parti interagenti fra loro.
Nella realizzazione dei robot gli studenti, stimolati dallo spirito di competizione, sono portati a realizzare questi sistemi in un tempo limitato, organizzandosi in squadre, imparando a suddividersi ruoli e responsabilità, con risorse e budget limitati, ma con delle regole comuni.
Uno degli aspetti più importanti di questo tipo di competizioni è rappresentato dal fatto che emergono solo gli studenti più capaci, ma spesso si risvegliano, spinti da nuovi stimoli, anche studenti con alte potenzialità, che però non erano sufficientemente incoraggiati dai tradizionali strumenti di studio.
Un plauso agli studenti e agli inseganti Nunzia Rapisarda e Pippo Carmeci (che ha anche dato il nome al robot classificato terzo).

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