E’
di queste ore la notizia che è dovuto intervenire il giudice per
fermare lo scempio stile medioevo alle nomine annuali di Mantova dove
dei colleghi erano stati fatti fuori dalla graduatorie colpa gravissima
quella di essersi rivolte ad un giudice per cercare di ottenere un
diritto negato. Per lo stato, ma
anche per sindacati e partiti, dopo vent’anni di berlusconismo si è
introiettato il concetto che ricorrere ad un giudice è da considerarsi
un atto contro sistema, antidemocratico, una violazione delle regole,
che i partiti ed i loro rappresentanti nominati e non eletti dai
cittadini, hanno il diritto divino di promulgare anche delle leggi
assurde e che il governo attraverso i suoi ministeri ed i suoi
funzionari hanno anch’essi il diritto divino di applicarle come meglio
credono o semplicemente non applicarle o violarle apertamente, consci
di essere assolutamente al di sopra della legge. Meno male che
questa volta, data la gravità del fatto il giudice dovrebbe riuscire a
sanare l’illegalità, ma ci sono tantissimi casi in cui le scuole
operano in assoluto spregio delle regole scritte.
Tutti di docenti a tempo determinato sanno che il contratto annuale si
intende sino al 30 giugno o “fino al termine delle attività
didattiche”. Da quando è stato introdotto il sistema dei debiti da
colmare durante il periodo estivo va da se il fatto che nelle classi
dove ci sono alunni con debito le attività didattiche si concludano
quando si fanno gli scrutini di questi alunni, di solito tra fine
agosto ed inizio settembre.
Come si comportano le scuole in questi casi? Non solo violano il
contratto dei docenti precari facendolo decadere lo stesso al 30 giugno
ma poi commettono un altro illecito utilizzando la norma delle
convocazioni a supplenza breve per assumere il docente precario da
graduatoria di istituto, per uno o due giorni giusto il tempo degli
scrutini. Ma la legge prevede che da graduatoria dovrebbe essere
chiamato il primo in graduatoria e via scorrendo e non “direttamente”
il docente a contratto l’anno precedente.
Due norme violate senza che nessuna organizzazione politica o sindacale
abbia mai, non dico denunciato, diffidato le scuole, ma neanche scritto
una sola riga in proposito.
Queste palesi illegalità si aggiungono agli attacchi fortissimi alla
scuola ed al lavoro che i precari della scuola sono costretti a
fronteggiare, come i corsi di riconversione su sostegno per i
soprannumerari che causerà l’anno prossimo la perdita di 10.000 posti
di lavoro, seppur precari, o la falsa propaganda del concorso per i
nuovi docenti che invece è soltanto il tentativo di distribuire con
logiche clientelari i posti di lavoro a tempo indeterminato nella
scuola, diventata merce ormai rarissima per burocrati senza scrupoli.
Concorsi che costeranno ai cittadini tutti 150 milioni di euro quando i
nostri figli sono costretti ad andare a scuola con la carta igienica
nella cartella ed il tempo pieno al sud è un miraggio per il 95% degli
studenti della primaria.
Certamente vorremmo dei docenti coraggiosi che denunzino queste
illegalità ma comprendiamo, facendone parte, tutti quelli che si
accontentano di lavorare a “giornata” o che stanno correndo in questi
giorni dagli avvocati con i quali avevano intrapreso il ricorso per
l’assunzione a tempo indeterminato per far annullare questo azione
legale perché “sfortunato quel paese che ha bisogno di eroi!”
Rete Precari
Scuola Sicilia
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