«Vorrei
innanzitutto indirizzare il mio saluto rispettoso al Presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano. Faccio i miei auguri soprattutto ai più
giovani: a chi siede per la prima volta in quest'aula. Sono sicura che
insieme riusciremo nell'impegno straordinario di rappresentare nel
migliore dei modi le istituzioni repubblicane. Arrivo a questo incarico
dopo aver trascorso tanti anni a difendere e rappresentare i diritti
degli ultimi in Italia e nel mondo. E' un’esperienza che mi
accompagnerà sempre e che metto al servizio di questa Camera. Il mio
pensiero va a chi ha perduto certezze e speranze. Abbiamo l’obbligo di
fare una battaglia vera contro la povertà, e non contro i poveri:
dobbiamo garantirli uno a uno. Quest’Aula dovrà ascoltare la sofferenza
sociale. Dovremo farci carico dell'umiliazione delle donne uccise da
violenza travestita da amore. Dovremo stare accanto ai detenuti che
vivono in condizioni disumane e degradanti. Dovremo dare strumenti a
chi ha perso il lavoro o non lo ha mai trovato, a chi rischia di
perdere la Cig, ai cosiddetti esodati, che nessuno di noi ha
dimenticato. Ai tanti imprenditori che costituiscono una risorsa
essenziale per l'economia italiana e che oggi sono schiacciati dal peso
della crisi, alle vittime del terremoto e a chi subisce gli effetti
della scarsa cura del nostro territorio. In Parlamento sono stati
scritti dei diritti costruiti fuori da qui e che hanno liberato
l'Italia e gli italiani dal fascismo. Ricordiamo il sacrificio di chi è
morto per le istituzioni e dei morti per la mafia, che oggi vengono
ricordati a Firenze. Molto dobbiamo anche al sacrificio di Aldo Moro e
della sua scorta. Scrolliamoci di dosso ogni indugio, nel dare piena
dignità alla nostra istituzione che sta per riprendere la centralità
del suo ruolo. Facciamo di questa Camera la casa della buona politica.
Il nostro lavoro sarà trasparente, anche in una scelta di sobrietà che
dobbiamo agli italiani. Sarò, la presidente di tutti, a partire da chi
non mi ha votato, ruolo di garanzia per ciascuno di voi e per tutto il
Paese. L'Italia è Paese fondatore dell’Unione europea, dobbiamo
lavorare nel solco del cammino tracciato da Altiero Spinelli. Lavoriamo
perché l’Europa torni ad essere un grande sogno, un luogo della
libertà, della fraternità e della pace. Anche i protagonisti della vita
religiosa ci spingono a fare di più, per questo abbiamo accolto con
gioia i gesti e le parole del nuovo pontefice, venuto emblematicamente
“dalla fine del mondo”. Un saluto anche alle istituzioni internazionali
e - permettetemi - anche un pensiero per i molti, troppi volti senza
nome che il nostro Mediterraneo custodisce. La politica deve tornare ad
essere una speranza, una passione».
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