Per i
lavoratori della scuola nati nel 1951 e 1952 e che
avrebbero raggiunto Quota96 entro dicembre 2012 (61 anni di età e
35 di contributi oppure 60 anni di età e 36 di contributi) si allontana
di nuovo il sacrosanto diritto – riconosciuto da tutti i partiti in
Parlamento, dopo essere stato brutalmente negato dalla “riforma
Fornero” - ad andare in pensione. Ieri il governo ha dato parere
negativo alla copertura individuata in Commissione, perchè non sarebbe
in grado di certificare i fondi per i 4.000 pensionamenti a partire dal
1° settembre 2014.
Dunque, anche il governo Renzi, malgrado le chiacchiere sulla
centralità della scuola, mostra un particolare accanimento nei
confronti di docenti ed Ata. L’ignobile blocco, anche fino a 6-7 anni,
del diritto alla pensione per i Quota 96 non ha, ad esempio, neanche
sfiorato categorie amiche dei governi come i militari e o i dipendenti
delle Camere, che vanno in pensione ancora oggi con le regole
pre-Fornero. Oltretutto, il governo Renzi tra i tagli alla spesa
pubblica ha anche intenzione di peggiorare ancora le pensioni, in
primis aumentando di un anno l’anzianità contributiva per le donne,
tagliando le pensioni di reversibilità e la retribuzione
dell'accompagnamento per i disabili.
Ancora una volta, quindi, a dover stringere la cinghia sono le fasce
più deboli: altro che lotta all'evasione fiscale o tassazione delle
rendite patrimoniali!
In realtà il governo potrebbe recuperare benissimo i 450 milioni
di euro, dal 2014 al 2018, necessari per la pensione dei circa 4.000
docenti e Ata, bloccati dalla Fornero, perché il risparmio
previsto dal 2012 al 2021 di circa 80 miliardi, grazie al salasso dei
settori popolari, era sottostimato e le ultime analisi parlano di una
cifra intorno ai 150 miliardi: quindi i fondi necessari a sanare
l’intollerabile ingiustizia contro i Quota 96 sono ampiamente
disponibili. E restituire ai 4.000 docenti ed Ata il diritto alla
pensione permetterebbe di dare lavoro stabile ad altrettanti precari
della scuola mai assunti a tempo indeterminato.
I COBAS, in prima fila nella difesa dei lavoratori/trici della scuola,
si schierano a fianco dei Quota96 e invitano docenti e ATA ad
appoggiare le iniziative che verranno organizzate nelle varie regioni,
mentre si sta preparando un presidio permanente davanti al Parlamento.
Ed iniziative di protesta si svolgeranno, promosse dai Comitati Quota96
e dai COBAS, fin da giovedi a Torino, Palermo, in Toscana e Lombardia,
mentre varie altre manifestazioni e proteste si stanno preparando per
la settimana prossima su tutto il territorio nazionale.
Piero Bernocchi portavoce
nazionale COBAS
cobas.comitati.di.base.scuola@gmail.com