La villa di Adriano,
l’Antico Egitto e le Crociate: così a scuola si può imparare giocando.
- Studiare anche un po’ divertendosi. Ma - soprattutto - vivendo dentro
la storia, la geografia, la matematica o l’architettura … È quello che
promette l’ultima frontiera dell’insegnamento, i «Serious Games», i
giochi con scopo serio, che «utilizzano le tecnologie dei videogiochi –
come spiega il professor Paolo Proietti, vicepresidente di Mimos
(Movimento italiano modulazione e simulazione) – non con l’obiettivo
del divertimento ma della formazione. L’apprendimento – aggiunge – può
avvenire in molti modi: in questo caso si implementano queste
tecnologie per simulare, ad esempio, situazioni storiche o geografiche
dentro le quali “vivere” e così ricordare meglio». Si può essere un
abitante dell’antica Roma, un cavaliere alle Crociate, si può fare un
viaggio intorno al mondo, o eseguire i calcoli fingendo di essere un
matematico. E così di ogni possibile applicazione di questo metodo si è
parlato il 9 aprile a Roma, alla facoltà di Architettura a Valle
Giulia, nel convegno «SeriGamex 2014», organizzato dall’Università La
Sapienza e da Mimos, l’associazione che in Italia si occupa di
diffondere la cultura della simulazione e della realtà virtuale in
tutti i suoi aspetti. «Si può utilizzare questo strumento a livello
didattico sotto ogni forma – aggiunge Paolo Proietti – e per
l’insegnamento delle materie nelle scuole di ogni ordine e grado,
superando il concetto del tradizionale libro di testo, offrendo uno
strumento didattico coinvolgente, modulabile in funzione delle
conoscenze di ciascun allievo. I primi “giochi” sono stati proprio
sulla matematica con “Super Mario”». Si può imparare la Costituzione
italiana con un Serious Game collaborativo (ne ha parlato Cristian
Lorenzini della scuola superiore di Sant’Anna a Pisa), oppure conoscere
l’antico Egitto di Tutankhamon in 3D (Fulvio Dominici, Ultramundum
Torino) oppure vi è l’E-learning per la storia dell’arte (Claudio
Matera, Università La Sapienza) arrivando a «uno studio delle
preferenze morali dei videogiocatori», ovvero alla capacità anche nei
videogiochi di riconoscere i buoni dai cattivi, affrontando il tema
etico della questione (Andrea Canessa del Cnr).
Le città virtuali e la guerra di strategia
E poiché il convegno si è svolto in una facoltà di architettura eccoci
nel laboratorio di studi visuali, per vedere anche la rappresentazione
delle città sotto tutti i punti di vista. «In questo caso – spiega
Tommaso Empler che insegna nel Dipartimento di Storia, disegno e
restauro ad architettura – ci occupiamo di rappresentazioni
nell’accezione più ampia del termine. E ci interessa capire in che modo
l’università può “giocare” all’interno del settore e in che modo si può
sviluppare cultura con i videogiochi. Così uno dei risultati di questo
convegno – spiega – è che l’università si impegna a progettare e
sviluppare moduli 3D nei Serious Games che siano originali, realistiche
e perfette ricostruzioni di realtà storiche del passato.
E oltre a vedere come erano città e monumenti si possono far immergere
i visitatori nel passato: la ricostruzione storica è molto importante
in architettura per la conoscenza della città e dei luoghi da parte
dello studente». In questo caso i due giochi più importanti sono «Rome
total war», che riprende tutto l’impero romano con le vere armate e la
parte manageriale e politica, e «Assassin creed» con templari e
crociate. «È stata ricostruita anche la rocca di San Leo all’epoca di
Papa Borgia – aggiunge Ivan Padovano, super esperto del settore – o
Istanbul all’epoca dei veneziani (Assassin creed): in queste
ambientazioni ci si muove come se si fosse all’interno di una scena
ricostruita con precisione. Infatti per realizzare questi giochi c’è
una importante ricerca archivistica e poi si usa di tutto dalle
fotografie ai disegni a un buon rilievo».
Lilli Garrone
Corriere.it