Il ministro
dell’Istruzione, Stefania Giannini, sollecitata sulle particolarità del
piano di immissioni in ruolo ha detto “che per alcune classi di
concorso, come matematica e fisica, continueranno ad esserci supplenze
fino al 2017”. E anche il sottosegretario all’Istruzione, Davide
Faraone, non ha potuto fare a meno di dire che le "supplenze brevi e
lunghe scompariranno nel giro di due anni". E pure l'on. Mara “Carocci
(PD), nell'ultimo intervento alla Camera, ha affermato che
l'eliminazione delle supplenze non è tra gli obiettivi della
maggioranza”.
Il paradosso è che ci sono decine e decine di migliaia di precari
abilitati e pronti ad essere assunti: per il Governo italiano, invece
presto non potranno più insegnare, solo perché hanno avuto più di tre
contratti su posto vacante. E con la riforma il quadro si complica,
perché arriverà pure l’organico “fantasma”.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir-Cisal): per risolvere una volta per
tutte il problema del precariato, sarebbe bastato che il Governo avesse
ripristinato posti e finanziamenti per i supplenti tagliati dalla
riforma Gelmini in poi. Ristabilendo, di conseguenza, gli organici del
2008. Con quei soldi si sarebbero potuti assumere proprio quegli 80mila
docenti abilitati, che ora invece dovranno appellarsi al giudice per
vedersi riconoscere un loro diritto che solo in Italia continua ad
essere negato ad oltranza.
Solo a riforma approvata, il Governo ammette quello che l’Anief
sostiene da sempre: le supplenze continueranno ad esistere, perché il
piano straordinario di assunzioni previsto dal testo approvato dalla
Camera in settimana è ben inferiore al monte complessivo di posti
vacanti e disponibili. In queste ultime ore, il ministro
dell’Istruzione, Stefania Giannini, sollecitata sulle particolarità del
piano di immissioni in ruolo ha detto “che per alcune classi di
concorso, come matematica e fisica, continueranno ad esserci supplenze
fino al 2017”. E anche il sottosegretario all’Istruzione, Davide
Faraone, riporta sempre Orizzonte Scuola, non ha potuto fare a meno di
dire che le "supplenze brevi e lunghe scompariranno nel giro di due
anni". E pure l'on. Mara “Carocci (PD), nell'ultimo intervento alla
Camera, ha affermato che l'eliminazione delle supplenze non è tra gli
obiettivi della maggioranza”.
Altro che fine del precariato e della ‘supplentite’, aveva annunciato
il nostro sindacato solo alcuni giorni fa: “perché la riforma della
scuola porterà anche l’organico fantasma. La novità è contenuta nella
terza lettura del testo, dopo che il Governo si è evidentemente
ricordato della necessità di nominare dei supplenti, dal 2016/2017,
secondo un nuovo organico dalla validità annuale (comma 69 del ddl
approvato il 25 giugno dal Senato con modificazioni e confermato dalla
Camera il 9 luglio) a cui accedere attraverso le Graduatorie ad
esaurimento e d’Istituto, per rispondere alle esigenze eccezionali di
personale docente. Quelle legate, ad esempio, all’aumento delle
iscrizioni nelle classi prime della scuola dell’infanzia e della
secondaria di secondo grado (art. 4, DPR 81/09)”.
Per Anief “questo organico virtuale si sarebbe dovuto adottare solo per
il personale di ruolo, in quanto è evidente che va annoverato
nell’organico di diritto. Quindi, solo per i posti liberi e vacanti.
Allargandolo anche alle altre tipologie di posti, si perpetua il
precariato”. A rendere paradossale la situazione è che ci son sono
decine e decine di migliaia di precari che non potranno più insegnare
solo perché hanno avuto più di tre contratti su posto vacante: dal
2016, infatti, comincerà a scattare il conto alla rovescia per la loro
esclusione dalle supplenze. Interpretando al contrario quanto ci dice
l’Unione europea sul precariato, ovvero che chi hasvolto almeno 36 mesi
di servizio su cattedre libere va immesso in ruolo. Invece per il
Governo italiano deve cambiare lavoro.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, segretario organizzativo
Confedir e confederale Cisal “la riforma lascia inalterato il problema
dei contratti conferiti sino al termine delle attività didattiche, al
30 giugno, assegnati in questi anni su posto vacante e non per esigenze
sostitutive: una scelta, fatta per risparmiare due mesi di stipendio e
per assumere meno precari, che ha obbligato i supplenti ingannati a
ricorrere in tribunale. E lo stesso avverrà anche dopo l’approvazione
del piano straordinario di assunzioni. Che, da questo punto di vista,
lascia tutto inalterato”.
“La realtà – continua Pacifico – è che ci sono altre 80mila cattedre
scoperte. Che andranno necessariamente a supplenza. Perché l’organico
funzionale entrerà solo nel 2016. E nel frattempo si saranno scoperte
altre decine di migliaia di cattedre per via dei nuovi pensionamenti.
Per risolvere una volta per tutte il problema del precariato scolastico
italiano, sarebbe bastato invece che il Governo avesse ripristinato
posti e finanziamenti per i supplenti tagliati dalla riforma Gelmini in
poi. Ristabilendo, di conseguenza, gli organici del 2008. Con quei
soldi si sarebbero potuti assumere proprio quegli 80mila docenti
abilitati, che ora invece dovranno appellarsi al giudice per vedersi
riconoscere – conclude Pacifico - quel diritto scritto nella
Costituzione, ribadito lo scorso 26 novembre a Lussemburgo dalla Curia
europea, chiesto a chiare lettere dall’Anief all’Europa e a chi di
recente gli Uffici della Commissione hanno risposto”.
Anief.org