In risposta
all’appello lanciato da numerose associazioni LGBTQI in vista
dell’approvazione del ddl sulle unioni civili, il 23 gennaio si
mobiliteranno in molte città italiane associazioni, comitati e singoli
cittadini, per dare forza ad un messaggio di uguaglianza e diritti che
da troppo tempo è rimasto inascoltato nel paese. La Rete degli
Studenti Medi e L’Unione degli Universitari aderiscono all’appello
promosso dalle realtà associative LGBTQI e sostengono con forza le
piazze già organizzate in tutta Italia.
Dichiara Irone, portavoce nazionale Rete degli Studenti Medi: “Come
studenti medi riteniamo fondamentale scendere nelle piazze e prendere
una posizione forte e decisa riguardo questi temi. Viviamo in una
società in cui le disuguaglianze economiche e sociali sono enormemente
cresciute negli ultimi anni: dobbiamo pretendere una risposta dal
Governo e dal Parlamento. Il mondo della scuola, attraverso l’utilizzo
strumentale dell’inesistente teoria del Gender, è stata negli ultimi
mesi al centro di un dibattito chiuso, distorto e oscurantista:
chiediamo invece che i luoghi d’istruzione diventino luoghi di
crescita: educazione sessuale ed affettiva garantita, piena
consapevolezza dei propri diritti e più uguaglianza”.
Prosegue Jacopo Dionisio, coordinatore nazionale dell’Unione degli
Universitari: “Rispetto e dignità sono purtroppo lesi quotidianamente,
anche nelle università. Anche in questi luoghi conduciamo
quotidianamente battaglie per una piena affermazione dell’uguaglianza,
come dimostrato dalle nostre vertenze per l’introduzione del
doppio libretto per gli studenti transgender. E’ necessario che venga
finalmente riconosciuta la vera uguaglianza per tutt* senza alcuna
distinzione: siamo stufi di assistere a discussioni surreali da parte
di chi si ostina a difendere presunte “famiglie tradizionali”, senza
rendersi conto che estendere i diritti, come quello ad avere una
famiglia o ad amare liberamente, non va ad intaccare in alcun modo la
libertà e la sensibilità altrui. Semmai è proprio con queste posizioni
arroganti e bigotte che si finisce con il creare contrapposizioni del
tutto infondate”.
Concludono Dionisio ed Irone: “L’Italia è uno degli ultimi Paesi
rimasti a non prevedere alcun tipo di tutela e di riconoscimento
giuridico per le unioni civili: è venuto il momento di superare questa
situazione, andando anche incontro all’invito del Parlamento Europeo ad
intervenire sull’argomento. Per questo il 23 gennaio saremo in piazza:
per chiedere gli stessi diritti, per una piena uguaglianza e per la
cancellazione di ogni discriminazione, per superare le “famiglie
tradizionali” e questa narrazione bigotta e oscurantista. Lo faremo
come cittadini e come studenti, perchè crediamo che si debba partire
proprio dai luoghi dell’istruzione per trasmettere ai giovani una
cultura del rispetto reciproco e della condanna di ogni forma di
discriminazione”.
Elisa Marchetti - Responsabile
Stampa UDU-Unione degli Universitari
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