Un’altra
notevole giornata di lotta contro i quiz Invalsi e la legge 107: nelle
Superiori, grazie allo sciopero dei docenti ed Ata e al boicottaggio
degli studenti, saltano i quiz in una classe su quattro. Decine di
migliaia di lavoratori/trici in sciopero anche nelle Elementari, Medie
e Infanzia. Docenti, Ata e studenti in piazza in più di 50 città, forte
protesta al MIUR. Ed ora avanti con la raccolta delle firme per i
referendum e per cancellare i punti più distruttivi della legge 107.
Dopo gli scioperi anti-quiz del 4 e 5 maggio alle Elementari, quella di
oggi è stata un’altra buona giornata di sciopero e di lotta contro i
quiz Invalsi e la legge 107, grazie anche al contributo rilevante dato
dagli studenti nel boicottaggio degli indovinelli: nelle Superiori,
grazie al lavoro congiunto di docenti, Ata e studenti, nelle principali
città sono saltati – o si sono svolti con un numero irrisorio di
studenti o con l’accorpamento dei pochi presenti - i quiz in una classe
su quattro. Decine di migliaia di lavoratori/trici sono scesi in
sciopero anche nelle Elementari, Medie e Infanzia, malgrado la
sconcertante decisione di Cgil, Cisl, Uil e Snals di convocare in
extremis uno sciopero tra 8 giorni, costringendo la categoria a
dividersi, a cui si è aggiunta l’altra incredibile decisione di fissare
oggi assemblee di tre ore in orario di servizio.
E a proposito di numeri, invitiamo gli organi di informazione a non
prendere sul serio i dati emanati dall’Invalsi, perché si riferiscono
ad un pugno irrisorio di classi-campione (cfr. il dato sulle prove
effettuate alle Elementari diffuso giorni fa) affidate a docenti di
sicura fede “invalsiana” e con l’intervento di personale esterno pronto
alle sostituzioni. I dati reali sull’insieme delle classi forse
l’Invalsi li avrà tra qualche settimana, dato che, a differenza di noi,
non sta nelle scuole. Oggi, malgrado il tempo inclemente in numerose
regioni, sono scesi in piazza docenti, Ata e studenti in una
cinquantina di città. Di particolare rilievo la protesta a Roma davanti
al MIUR, dove numerosi interventi di lavoratori/trici e studenti hanno
sottolineato quanto sia distruttivo per una buona didattica ed un
efficace lavoro collegiale sia l’utilizzo dei quiz per valutare scuole,
docenti e studenti, che provoca la degenerazione dell’insegnamento
ridotto ad addestramento ai quiz (n.b. analoga protesta si sta
svolgendo in questi giorni in Inghilterra e negli Stati Uniti, patrie
del sistema quizzarolo); sia lo strapotere che ai presidi è stato
consegnato da Renzi e dalla legge 107.
Seppure in misura ridotta rispetto alle Elementari, infatti, anche oggi
numerose sono state le denunce di abusi e illegalità, di sostituzioni
di scioperanti, di minacce di sospensioni per gli studenti.
Particolarmente applaudito l’intervento di Rosaria Piroddi, docente di
matematica e fisica, RSU COBAS dell'Istituto Agrario “B.Brau” di Nuoro,
nonché componente dell'Esecutivo Regionale COBAS Sardegna,
incredibilmente sospesa per sei giorni, insieme ad altre due colleghe e
militanti Cobas, dalla preside Innocenza Giannasi, per non aver voluto
"propinare" ai propri studenti prove di “allenamento” ai quiz,
sospendendo le attività didattiche programmate. Subito dopo
l’intervento, Rosaria è stata ricevuta dai responsabili ministeriali al
fine non solo di far ritirare immediatamente l’inconcepibile
provvedimento ma anche per far chiarire una volta per tutte che gli
“allenamenti” ai quiz – come più volte ha affermato lo stesso Invalsi –
sono “inutili e dannosi” (cfr. Paolo Mazzoli, Direttore generale
Invalsi).
Dall’insieme degli interventi al MIUR e dalle manifestazioni nelle
altre città sono emerse analoghe rivendicazioni: cancellazione dei
quiz, del premio di “merito”, della chiamata diretta da parte del
preside, dell’obbligo di alternanza scuola-lavoro di 200 ore nei licei
e di 400 nei tecnico-professionali; rifiuto dell’accordo sulla
Mobilità, che colpisce in particolare gli insegnanti della “fase C”, e
delle modalità concorsuali assurde che in questi giorni stanno
umiliando e penalizzando tantissimi docenti. Unanimi anche le richieste
di un significativo aumento salariale per docenti ed ATA,
dell’assunzione di tutti i precari/e abilitati o con 360 giorni di
docenza, dell’aumento del numero degli Ata e dello sblocco delle loro
immissioni in ruolo. Durante le manifestazioni in tutte le città sono
state raccolte migliaia di firme per i referendum contro la 107, le
trivelle e gli inceneritori e per una Petizione in difesa dell’acqua
pubblica, ed è stato preso un solenne impegno ad estendere la raccolta
firme, per arrivare nella prossima primavera ad un referendum che, per
quel che riguarda la scuola, cancelli i punti più distruttivi della
legge 107.
Piero Bernocchi - portavoce nazionale
COBAS
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