“Il
primo agosto del 2019 diventa “giornata storica” per la scuola
italiana”. L’ha detto il Ministro dell’Istruzione, Università e
Ricerca, Marco Bussetti subito dopo l’approvazione del Ddl n1264:
“Finalmente ritorna l’educazione civica come materia obbligatoria nelle
scuole. Un traguardo necessario per le giovani generazioni perché sono
i valori indicati nella Costituzione a tenere unito il nostro Paese.
Grazie all’impegno della Lega-Salvini Premier un’altra promessa è stata
mantenuta”. “Il compito della scuola - ha aggiunto il Ministro - è di
educare alla cittadinanza attiva, al rispetto delle regole,
all’accoglienza e all’inclusione, valori alla base di ogni democrazia.
Torneremo a formare cittadini responsabili e attivi e a promuovere la
partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e
sociale delle comunità. #dalleparoleaifatti”.
Nonostante le critiche, un nuovo tassello viene conseguito e si colma
quel vuoto educativo anche mediante l’insegnamento necessario e
indispensabile alla formazione culturale del cittadino, che aiuta
“pulire il futuro dei giovani”.
Lo studio sistematico e la valorizzazione dei principi della
Costituzione e delle Istituzioni europee, insieme alle tematiche
relative alla sostenibilità ambientale, all’educazione alimentare, alla
promozione della salute e del benessere, come pure il rispetto delle
regole della convivenza civile, del galateo e del buon comportamento,
vengono apprese sui banchi di scuola e tutti gli alunni e in tutte le
classi dovrà essere sviluppato un percorso educativo didattico
trasversale, che investe i diversi ambiti disciplinari ed è guidato da
un docente “Coordinatore”.
Sono questi i contenuti della nuova legge che “introduce”
l’insegnamento dell’educazione civica, approvata in via definitiva dal
Senato con 193 sì e 38 astenuti, dopo il via libera di maggio da parte
di Montecitorio, avvenuto anche quello senza voti contrari.
Tra i temi della nuova legge, che si apre alla cultura digitale, ai
temi del bullismo e del cyberbullismo, con un’attenzione particolare
all’educazione alla legalità, al contrasto delle mafie e alla tutela
del patrimonio culturale. Spazio inoltre per l’educazione stradale,
considerato che proprio nell’età delle superiori ci si avvicina alla
patente di guida con le due e le quattro ruote. Sono previste almeno 33
ore annue ed il voto in pagella.
Tra i temi di novità figurano anche quelli ambientali, in particolare
l’inserimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, lo sviluppo
ecosostenibile e la tutela del patrimonio ambientale. Altra novità da
segnalare riguarda lo studio delle identità territoriali oltre che
delle produzioni e delle eccellenze agroalimentari.
L’insegnamento dell’educazione civica sarà affidato ai docenti
dell’area storico-geografica nelle scuole primarie e secondarie di
primo grado e ai docenti dell’area economico-giuridica nelle scuole
secondarie di secondo grado.
Il Ministero provvederà alla formazione dei docenti Coordinatori e
assegnerà dei premi alle esperienze migliori in materia di Educazione
civica per ogni ordine e grado di scuola mediante un “Albo” nazionale
le buone pratiche che la creatività didattica delle scuole mette in
atto.
Il progetto del “Consiglio comunale dei Ragazzi”, che ha compiuto i sui
primi 25 anni di cammino, raccogliendo l’adesione di circa 600 CCR in
tutte le provincie d’Italia, costituisce una “buona pratica”, lodevole
esempio di Educazione civica applicata, capace di formare e
responsabilizzare numerosi studenti quali “cittadini attivi” della
scuola “piccola città”.
Sarà compito del Coordinatore, favorire nella scuola anche
l'attivazione del Consiglio Comunale dei Ragazzi, esercizio e “compito
di realtà” per un apprendimento efficace delle nozioni dell'Educazione
Civica e della cultura europea.
Giuseppe Adernò