Natale è un giorno della nostra infanzia. È un giorno di gioia, di festa, di stupore, d’innocenza. E di mistero. A Natale pensiamo alla vita, alla nostra vita. Pensiamo agli inizi, agli albori, ai primi vagiti, ai primi passi. Pieni di speranze, di attese, di sogni, di desideri. Come per quel bambino, come per ogni bambino di ogni tempo e di ogni latitudine. Forse l’uomo, ogni uomo, non sarà più tanto uomo come lo fu quel bambino, in quella grotta, in quel momento, ai confini dell’impero, e come lo fummo noi da bambini, tanti anni fa, accanto ai nostri genitori. Forse non ci sarà più un’unione, una condivisione, una “connessione” così intima, così carnale, così umana e divina, tra l’uomo e la natura come in quella notte, in quella grotta. Perché la nascita è sempre un atto di ribellione, di rivincita, di riscatto, di rottura. E perché la grotta di Betlemme è metafora, simbolo, emblema di tutte le nascite e di tutte le grotte del mondo. Della vita e della morte. Della ricchezza e della povertà.
La nascita segna il trionfo della natura. Della bellezza del creato. Della potenza della creatività. Della sua spavalderia e della sua supremazia. Solo l’arte ha saputo eguagliare l’atmosfera di quella notte, ha saputo dare forma e sostanza alla vita, con le parole, i colori, i suoni, le immagini, con il bronzo, il marmo, il legno, con la letteratura, la poesia, la musica, la danza, il cinema, il teatro, la pittura, la scultura, l’architettura, il design, la grafica, la moda. La vita è il più grande miracolo del mondo. E la rappresentazione della vita è il più grande capolavoro compiuto da mani d’uomo, dalla raffinata sensibilità dei veri artisti. Questo è il nostro compito: studiare, cercare, conoscere, capire, interpretare e spiegare il “miracol mostrato” della vita, con la nostra fantasia, genialità, creatività, immaginazione, estro, sensibilità, intelligenza. La vita crea l’arte e l’arte dà sostanza alla vita.
E se gli adulti dipingono il Natale solo come luogo d’infanzia e di spensieratezza, casa, famiglia, canti, presepe, giochi, vacanze. I giovani rispondono che il Natale è anche vita, ardore, furore, speranza di un mondo migliore, ricerca di una pace possibile, lotta per un pianeta più pulito e più vivibile, senza sentire il bisogno di scomodare Greta Tumberg o l’eroina di turno, perché i giovani sanno cosa vogliono e sanno per cosa lottare.
Diamogli solo fiducia, e un po’ di tempo. E cambieranno il mondo e tutto ciò che noi non siamo riusciti a fare. Buon Natale a tutti!
Angelo Battiato