Riguardo al libro, che racconta di una coppia che non riesce ad avere un figlio e poi lo trova a Sarajevo tra gli orfani dell'assedio, l'autrice ha detto: "Lo ho scritto con tutta la passione possibile, ho pianto, ho sofferto. C'e' l'assedio di Sarajevo, ci sono i morti, ma soprattutto ci sono i bambini, le vittime dell'assedio a cui dedico il mio libro".
Sul palco con la Mazzantini anche il marito Sergio Castellitto che ha detto della moglie: "Una donna dolcissima", smentendo le voci di un pessimo carattere della scrittrice
Deve accontentarsi della piazza d'onore Elena Loewenthal, autrice di «Conta le stelle se puoi» (Einaudi). Per lei 60 voti. Terzo posto appannaggio di «Almeno il cappello» (Garzanti), di Andrea Vitali (57 voti). Francesco Recami («Il superstizioso di Francesco», Sellerio) quarto nella scala delle preferenze (24 voti). A completare la cinquina dei candidati al premio di Confindustria veneto il romanzo di Pierluigi Panza, «La croce e la sfinge», che ha ottenuto 15 preferenze .
Al tetro la Fenice, ha fatto da padrone di casa nella serata il volto supertelevisivo di Emilio Fede, affincato per l'occasione dalla madrina della 66esima Mostra del cinema, Maria Grazia Cucinotta. Musiche dell'evento curate dell'evento curate da Giovanni Allevi.
Il romanzo vincitore. Inizia a Sarajevo e a Sarajevo finisce il romanzo di Gemma, che conosciamo mentre parte per quella città, per le Olimpiadi invernali del 1984, e dove incontrerà due degli uomini della sua vita, con cui si ritroverà sempre nella stessa città durante il terribile assedio del 1992. In primo piano la storia vera, alta e drammatica dei nostri giorni, una storia più di guerre che di pace, che si intreccia con la storia d’amore, di coppia, di nascite, nell’arco che va dagli anni ’80 dell’Italia del benessere e fine delle certezze, dei valori di riferimento. Gemma cerca, contro tutto, di sentirsi viva, di innamorarsi, di lasciare il suo fidanzato e ritrovare Diego, incontrato proprio a Sarajevo, dove era anche Gojco, poeta con cui ha un profondo rapporto d’amicizia. In tale sgretolarsi di un mondo Gemma è anche il simbolo di una ribellione al lasciarsi andare, e, non riuscendo tra l’altro a avere un figlio, tenta varie strade. Una storia forte, dura nel linguaggio, tragedia di morte, amore e forza della vita, di quell’imprevedibile successione di giorni che cerchiamo vanamente di programmare.
L'autrice Margaret Mazzantini è nata il 27 ottobre 1961 a Dublino dallo scrittore Carlo Mazzantini e la pittrice Anne Donnelly. Per molti anni, dopo il diploma all’Accademia Nazioanel D’Amico nel 1982, fa con successo l’attrice teatrale e conquista ruoli primari da protagonista. Conosce Sergio Castellitto (stasera seduto in platea alla Fenice assieme alla madre della scrittrice) che diventa suo marito nel 1987 e dal quale ha avuto quattro figli. Debutta come narratrice nel 1994 con Il catino di zinco, che entra in finale al Campiello (vinto quell’anno da Antonio Tabucchi) e come autrice teatrale con Manola. Nel 2001 pubblica «Non ti muovere» che vince il premio Strega, diventa un film diretto dal marito e un successo internazionale, tradotto in 35 lingue. Per Castellitto scrive il monologo Zorro e alla fine dell’anno scorso esce «Venuto al mondo» che è già comunque un best seller e dal premio avrà certamente un ulteriore grande impulso.