Il telescopio a
raggi X della NASA, Chandra, ( Chandra in sanscrito significa
Luna ed è il nome dato alla stessa divinità lunare nella religione
vedica, un po’ come la Selene dei Greci) ha appena scoperto un buco
nero di appena trent’anni. Esso si è generato dall’implosione della
supernova SN 1979 C della galassia M 100 a 50 milioni d’anni luce
da noi, per cui la luce dell’esplosione è giunta a noi “soltanto” dopo
50 milioni d’anni per cui l’età di 30 anni del buco nero scoperto è
relativa, ovviamente, al nostro criterio temporale.
Ma cos’è un buco nero?
Forse non tutti sanno che il primo a teorizzarne l’esistenza fu proprio
A. Einstein, una teoria, invero, quella di Einstein che rimaneva
soltanto nell’ambito della singolarità matematica prima che venissero
scoperti da Planck e poi captati veramente dalle varie sonde
spaziali questi inquietanti “oggetti” dello spazio.
Comunque , già prima del riscontro oggettivo , la prova della loro
esistenza viene fornita dalla particolare forma assunta dalla riga di
fluorescenza del ferro ( dovuta all’implosione della materia siderale)
detta riga Kalpha.
Dal centro del buco nero, diparte una radiazione lunga diverse
migliaia di anni luce, tutte le stelle limitrofe al buco nero vengono
attratte dalla sua forza gravitazionale e la stella entra in un gorgo,
esattamente come il gorgo d’acqua del maelstrom e la sua
rotazione aumenta in proporzione esponenziale rispetto alla forza
gravitazionale. La stella viene praticamente “triturata” perché
la sua energia atomica non può contrastare quella gravitazionale del
buco nero. A questo punto ogni corpo che finisce dentro il gorgo
verrà distrutto e in parte espulso mediante i getti radio. In
particolare, è proprio L’AIMS (Alpha magnetic spectometer) è uno
spettrometro concepito proprio per lo studio della radiazione
cosmica, e quindi anche dei cosidetti black holes,analizzando la
presenza o l’assenza di anti-materia di origine primordiale, la natura
e l’origine della materia oscura, non producente o riflettente luce,
che costituisce molta parte del nostro cosmo ed infine l’origine e gli
effetti della radiazione cosmica .
I buchi neri propongono la rivisitazione anche di alcuni relativamente
nuovi concetti fisici come quello della spazio curvo. Il primo studioso
a proporre l’esperimento per determinare la geometria dello spazio
cosmico fu il famosissimo matematico Lobachevski; in un universo, come
egli supponeva, curvo la parallasse delle stelle non può scendere al di
sotto di un certo limite, nella dimensione dei black holes, invece,
tutto è ribaltato. Inoltre, sembrerebbe che i buchi neri non siano
soltanto “luoghi” che fagocitano la materia ma anche, secondo alcune
teorie, la producono…. Se si vuol capire di più , quindi, sul big bang
è necessario studiare questi fenomeni cosmici.
In realtà molti misteri sono ancora gelosamente conservati
dall’Universo; senza cadere in ipotesi di fantascienza, esistono
davvero centinaia di fenomeni inspiegabili; uno di questi, ad
esempio è quello chiamato EBANIS (Entità Biologiche Aeree Non
Identificate) che si distingue dal solito oggetto volante non
identificato in quanto si parla di vere e proprie entità biologiche ,
ovvero esseri viventi. Ebanis ,che ormai viene studiato seriamente in
quanto non si tratta di ipotesi dovuta a non meglio definiti
avvistamenti ma ne è stata scientificamente rilevata
l’esistenza, di cui non si riesce a dare una certezza né terrestre né
aliena, sono forme mutanti, luminose, che appaiono in alcuni punti del
cielo in particolari aree; la loro singolarità è proprio l’aspetto che
cambia continuamente forma.<
Tecla Squillaci
stairwayto_heaven@libero.it