Lo Stato italiano è laico per
Costituzione (artt. 7 e 8)
Dal 2 agosto ad oggi quasi 2000
visitatori hanno letto il post di questo sito sul calendario scolastico
nazionale 2011-12, firmato dall’avv. Mariastella Gelmini. Certo è un
atto dovuto che si ripete annualmente. L’Art. 5 elenca le festività:
tutte le domeniche; il 1° novembre, festa di tutti i Santi; l'8
dicembre, Immacolata Concezione; il 25 dicembre, Natale; il 26
dicembre; il 1° gennaio, Capodanno; il 6 gennaio, Epifania; il giorno
di lunedì dopo Pasqua; il 25 aprile, Anniversario della Liberazione; il
1° maggio, festa del Lavoro; il 2 giugno, festa nazionale della
Repubblica; la festa del Santo Patrono. Si ha l’impressione, leggendolo, che si
tratti di un documento pontificio. Una mescolanza tra poteri
della Chiesa e lo Stato, tra Sacro e Profano, Religione e Laicità. Mi
sta bene di prescrivere come festività tutte le domeniche per i
cattolici italiani, così come si fanno delle eccezioni per il sabato
ebraico e in qualche modo il venerdì per gli islamici. Dopo di che le
altre 7 vacanze per motivi religiosi sono di troppo. Adesso si fa un
gran discutere perché Tremonti propone l’abolizione delle 3 feste
“civili” rimaste per portarle alla domenica. Ma non sarebbe meglio
portare alla domenica tutte le feste infrasettimanali con motivazione
religiosa? E’ strano, ma ancora una volta mi trova d’accordo con la
UAAR, almeno per le mie convinzioni razionaliste (non essendo né
ateo né agnostico).
Leggo nel comunicato del sito della
UAAR: “Accorpare le festività civili”: il parlamento unito su
posizioni confessionali. Il governo pensa di accorpare le festività
civili alla domenica, e l’opposizione non ha nulla da ridire. È
l’incredibile spettacolo andato in onda ieri in parlamento. (…)E
nessuno, né dal governo né dall’opposizione, risulta aver avuto il
coraggio di criticarlo. Siamo di fronte alla resa incondizionata
dell’intero arco parlamentare alle esigenze del Vaticano. L’incapacità
di intaccare gli enormi privilegi di cui gode la Chiesa cattolica è
giunta ormai alla completa abdicazione del potere temporale nei
confronti di quello spirituale: per trovare qualcosa di simile bisogna
tornare ai tempi dello Stato pontificio. I valori costituzionali
passano ormai in secondo piano rispetto ai dogmi cattolici, anche per
chi si riempie spesso la bocca con la Liberazione e la Festa dei
Lavoratori. Ma non quando sono in gioco gli interessi della Chiesa
cattolica. Anche da un punto di vista economico un provvedimento del
genere è scarsamente giustificabile. Se si vogliono ottenere
consistenti risparmi e recuperi di efficienza la prima festività da
toccare è quella del santo patrono, che cade in ogni comune in un
giorno diverso” (Raffaele Carcano, segretario dell’UAAR).
Controllo il sito di Repubblica e vi
trovo un articolo a firma di Luisa Grion: "Le festività "civili"
spostate alla domenica per avere più produttività. Niente festa
della Liberazione, stop ai cortei del Primo di maggio, fine della
sfilata del 2 giungo e soprattutto basta con i «ponti». Per uscire
dalla crisi ogni strada è buona, anche quella che passa attraverso
l´abolizione delle festività civili. Lo ha detto ieri il ministro
Tremonti durante l´audizione alle Commissioni parlamentari: «C´è un
modo tipicamente europeo per aumentare la produttività - ha suggerito -
accorpare le festività sulle domeniche, tranne quelle religiose che
sono oggetto di trattato». E fin qui il messaggio è chiaro: il rinvio
della festa probabilmente si farà.(…) Per quanto riguarda lo
spostamento alla domenica successiva dei festeggiamenti per il 25
aprile, il 1 maggio e 2 giugno (tutte le altre festività hanno origine
religiosa) va detto che l´annuncio non ha generato molto stupore.
«Lavorare tre giorni in più non cambierà le cose - commenta Michele
Gentile, responsabile per la Cgil del settore pubblico - guarda caso si
vanno però a tagliare proprio quelle feste che rappresentano la memoria
laica del Paese». Stessa linea anche per Giuliano Cazzola del Pdl: «Di
festività civili ne sono rimaste poche e sarebbe proprio il caso di
celebrarle visto che si tratta del 25 aprile, del primo maggio e del 2
giugno». «Magari - specifica Cazzola - potremmo cominciare ad abolire
la festività del santo patrono, che è diversa in ogni comune della
penisola». Decisamente contrarie le agenzie di viaggio e il turismo:
«Così sì azzoppa un´abitudine sempre più in voga che vede molti turisti
approfittare dei ponti festivi per fare vacanze brevi» commenta la
Fiavet-Confcommercio".
Apro
il web del Sole24Ore e cerco di capire il vantaggio economico di questo
eventuale taglio alla storia italiana per avere più produttività.
“Festività civili accorpate per la crisi, i "ponti" a rischio.
Anche se per ora la proposta rimane solo un suggerimento nel ventaglio
delle possibili soluzioni per far fronte al periodo nero dell'economia,
c'è il rischio che i prossimi 25 aprile (festa della liberazione),
primo maggio (dei lavoratori) e 2 giugno (della Repubblica) gli
italiani vadano comunque a lavorare e i bambini a scuola. La festività
del 2 giugno era stata ripristinata nel 2001, fino a quella data era
accorpata alla prima domenica del mese. Niente paura, invece, per
Natale, Pasqua e Ferragosto: essendo feste religiose non verrebbero
intaccate dal provvedimento. Salve, quindi, anche Capodanno, Epifania,
Lunedì dell'Angelo, Immacolata e Santo Patrono. (…) Ma se da una parte,
evitando di fermare il Paese per un giorno, lo Stato ci guadagnerebbe,
dall'altra l'industria del turismo verserebbe copiose lacrime.
(…) Le tre nuove «festività soppresse», se così potrebbero essere
definite, andrebbero ad aggiungersi alle altre quattro già segnate in
calendario: 4 novembre (la vittoria nella prima guerra mondiale.
Quest'anno non è prevista, perchè è sostituita dal 17 marzo, Festa
dell'Unità nazionale), San Giuseppe, Ascensione e Corpus Domini. Giorni
che i lavoratori hanno diritto a recuperare durante l'anno solare, con
ferie o permesso.
Sono
tutte ipotesi, ci ha tenuto a sottolineare Tremonti, ma se dovessero
andare in porto, le polemiche non si faranno attendere. Basti pensare
al «polverone» sollevato dal caso 17 marzo, festività esclusiva di
questo 2011”.
Giovanni Sicali
giovannisicali@gmail.com