Dopo gli innumerevoli errori che hanno contraddistinto quest’ultimo concorso per Dirigenti Scolastici, molti studi legali stanno affilando le armi per fare ricorsi amministrativi presso i TAR di competenza. Gli stessi errori-orrori hanno impedito ai docenti aspiranti DS di esprimere il loro saper fare didattico, per dare spazio al saper fare giuridico-legale di molti avvocati agguerriti. Si annota una virata dai problemi inerenti i quiz, i libroni, le penne nere, le schede ottiche, a quelli delle deleghe legali, delle carte bollate e delle consulenze e delle strategie legali. Sono gli avvocati che impetuosamente conquistano la scena di un concorso azzoppato e claudicante. I docenti che fino ad oggi si sono ben organizzati in forum ( vedi mininterno ), pagine di social network ( vedi “regolarità e trasparenza nel concorso DS” ) e blog tematici sull’argomento, sembrano sfilarsi dalla centralità del contendere, partecipando come attori “passivi” a numerosi incontri presso i competenti studi legali che propongono svariate strategie legali atte al ricorso sulle dinamiche della prova preselettiva.
Ma chi sono questi intraprendenti e preparati re del foro ? Cominciamo con l’ANIEF attraverso gli avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli , e proseguiamo con la Cgil di Catania con l'avvocato Spataro, la GILDA con l'Avvocato Viciconte, gli indipendenti liberi professionisti, avvocati Fiorentino, Greco, Marotta ed altri ancora. A questo punto la questione concorso DS si fa incandescente e le polemiche inseguono un crescendo rossiniano. Voglio solo ricordare una frase di una cara collega “ Molti docenti non sono andati a sostenere un concorso, ma sono andati a fare un ricorso “, a questo ragionamento aggiungo il mio: “ Una organizzazione procedurale priva di errori e coerente nei contenuti, avrebbe consentito una migliore serenità nello studio, con la conseguente maggiore accettazione, da parte dei candidati, del giudizio di selezione “. Ormai la frittata concorsuale è fatta, e come diceva un famoso titolo di un film del 1992 diretto dalla regista Lina Wertmüller, tratto dall'omonimo romanzo di Marcello D'Orta , a molti aspiranti DS non resta altro che pensare a denti stretti “Io speriamo che me la cavo”.
Aldo Domenico Ficara
aldodomenicoficara@alice.it