Grande consenso di pubblico e di critica all’ultima
fatica letteraria dello scrittore C. Zaffora, un lavoro meditato da
anni dall’autore, che con la consueta maestria, tra storia e
fantasia,tra erudizione e ricerca mistica e filosofica ricostruisce la
storia di un uomo distante da noi di quasi 1000 anni,ma illuminato e
libero Avram Abufalia, che impersonò al massimo il rinnovamento dello
spirito umano e cosmico. Il libro è stato presentato dal prof Stefano.
Di Mauro rabino capo delle comunità ebraiche in Sicilia e dalla
Prof. ssa Luciana Pepi docente di storia mediovale e di storia del
pensiero ebraico di Palermo.
lagana.filippo@email.it
Carmelo Zaffora è nato a Gangi (PA) nel 1959. Vive e lavora a Catania.
Medico Psichiatra, dirige un Dipartimento di Salute Mentale. Pittore,
ha al suo attivo numerose mostre personali in Italia e all’estero. Le
sue opere si trovano presso collezioni private in USA, Giappone,
Svizzera, Francia, Italia, Sudamerica.Come scrittore ha pubblicato: La
Finta Macchia – raccolta di poesie con prefazione di Dacia Maraini –,
Edizioni Pellicanolibri, 1989; L’Alibi, Edizioni Prova d’Autore, 1991;
Sikanie Poleis, Edizioni Prova d’Autore, 1994; Ananke, Edizioni Il
Fauno, 1997; Poesia tra Sicilia e Irlanda, a cura dell’Assessorato alla
Cultura del Comune di Catania, 1998; Golem Siciliano, Edizioni Besa,
2000 6. NESSUNO COME Avraham Ben Shemu’el Abulafia, in un’epoca oscura
e controversa (1240-1291) seppe impersonare al meglio il rinnovamento
di un sentire cosmico e umano, erudito e popolare, teso al divino e
alla speculazione filosofica, dedicato alla ricerca di una Verità
necessaria e profonda, indissolubilmente legata alla tradizione e alla
memoria, alla Torah ed alle sue infine scoperte. Di fatto, in uno dei
suoi libri più belli, I Sette Sentieri della Torah, ammette che la
Torah è un sogno che chiede insistentemente di essere interpretato.
Errabondo, loquace, carismatico, sognatore, visionario all’eccesso
seppe imprimere – forse precorrendo il pensiero occidentale della
diaspora – alla sua filosofia e alla sua concezione del mondo una
perennità che, seppur invisa nel tempo della sua vita terrena, ha
dimostrato di essere per sempre, e di avere la capacità di riemergere
dall’oblio dei secoli con la sua straordinaria modernità. Meditazione,
digiuno, musica, respiro, combinazioni del sacro alfabeto, rileggendo
Maimonide, Nachmanide, Aristotele, Ibn ‘Arabi, Plotino, ne hanno fatto
una figura di eccellenza e di rinnovamento, di rottura degli schemi
correnti, fino all’autoproclamazione di essere il Messia E all’eroica
impresa del tentativo di convertire il papa di Roma, Nicolò III Orsini
che lo condannò al rogo per blasfemia. Tutto questo è Abulafia:
instancabile profeta e svelatore di enigmi, assertore di una Verità
Unica, conoscitore di un Creatore che per molti è solo paura e
formalità, obbedienza e supina ripetizione, cieca teoria di misteri e
oscura perpetuazione di pensieri. Abulafia, che trascorse in Sicilia
gli ultimi dieci anni della sua vita e scrisse nell’isola i libri più
importanti delle sue visioni, riaffiora in questa libro a Lui
interamente dedicato, come tributo ad una “attualità” duratura e
immortale. Nel volume si narra la meravigliosa storia di un uomo
illuminato, disposto a difendere le proprie convinzioni anche a costo
della vita, pronto a un dialogo interreligioso che ancora oggi, a
distanza di quasi mille anni, sembra una chimera.