La cattolicissima Binetti si spaventa di ciò che potrebbe fare quella terribile istituzione educativa che è la scuola e scrive nell’interrogazione: “Il documento dell’Organizzazione mondiale della sanità, nelle premesse, chiarisce che il compito di condurre i bambini e i ragazzi alla scoperta delle loro facoltà sessuali ricade prima di tutto sulla scuola, sugli psicologi, psicoterapeuti e sessuologi e non sui genitori che spesso «non sono all’altezza del compito» e poi questi spesso «si imbarazzano ad affrontare l’argomento»; le linee guida proseguono stabilendo che l’educazione sessuale deve iniziare sin dai primissimi giorni di vita e deve perciò essere inserita come materia obbligatoria nelle scuole primarie e secondarie”.
In realtà le linee guida dell’Oms non dimenticano il tema della formazione degli insegnanti e nemmeno la stretta collaborazione con i genitori e la comunità che vanno coinvolti nell’educazione sessuale scolastica. Forse la Binetti non sa che il 31% delle ragazze italiane ha avuto il primo rapporto sessuale tra i 14 e i 16 anni. Dati che ci obbligano a rivedere il sistema scolastico italiano: spiegare cos’è un preservativo a 10 anni o aiutare i ragazzi ad avere un approccio sereno con la sessualità soprattutto ora che attraverso la rete scoprono un mondo surreale, dovrebbe essere necessario quanto insegnare gli Egizi o gli Appennini.
da ilfattoquotidiano.it