Questa riforma tutta parole, demagogia e propaganda, sottende un obiettivo nascosto all’uomo della strada, ma chiarissimo per chi la scuola la vive dal di dentro: la destrutturazione (forse) definitiva, iniziata un paio di decenni fa, del concetto di scuola pubblica, un luogo dove si fa(ceva) cultura, la si offre (offriva) gratis a tutti, senza altro interesse che quello della crescita umana e sociale del giovane futuro cittadino consapevole, crescita avulsa e non veicolata da concetti prettamente ad interesse privatistico quali il controllo, il merito, la produttività, il pareggio di bilancio. La nostra costituzione parla chiaro: la scuola non puo’ essere trattata come un’azienda.
Non possono e non devono essere soddisfatti, pertanto, i 150mila precari storici che si vedranno stabilizzati tra alcuni mesi, non possono perché la loro sarà un’assunzione condizionata all’accettazione di un radicale abbassamento dell’asticella dei diritti per loro e per tutto il mondo della scuola, condizionata per di più all’eliminazione di altre categorie di precari meno fortunati, agnelli sacrificali per l’espiazione della supplentite. Un ricatto, tutto questo, immorale in quanto attuato sulla pelle di chi (mediamente non più giovani), sissini, vincitori di vari concorsi, la stabilizzazione la attende da anni e da anni come precario porta avanti la scuola italiana. Una stabilizzazione annunciata, inoltre, a poche settimane dalla sentenza della Corte Europea che avrebbe potuto comunque obbligare l’Italia a questa stabilizzazione di massa, una stabilizzazione, però, senza ricatto.
Non possono e non devono essere soddisfatti e tranquilli i docenti già di ruolo perché l’asticella dei diritti scenderà anche per loro, inglobati in un mare magnum di meritocrazia personalizzabile dal Dirigente, di servilismo abietto, di stipendi bloccati per legge per un terzo del corpo docente e vincolati a chissà quale produttività, misurata a crediti chissà con quali parametri, ed inserita in una scheda valutativa personale alla stregua delle logiche delle grandi multinazionali private, mirabolanti “esempi etici”, tra i principali responsabili della disoccupazione galoppante, del dumping sociale e della guerra tra poveri.
Che ne sarà del quotidiano, impegnativo, lento, disinteressato lavoro fatto di pratiche ed attenzioni personalizzate alla classe ed al singolo alunno e pertanto del tutto impossibile da misurare?
Non possono essere contenti i precari “altri”, gli abilitati Tfa I e II ciclo,in tutto circa 35mila, e gli abilitati Pas, 70mila, i globuli bianchi della supplentite, quarantenni tutti estromessi con un video alla nazione dalla scuola e dal mondo del lavoro. I primi, precari abilitati da una severa e filtrante procedura d’ammissione, vittime delle mancate promesse di un futuro da supplenti qualificati e, in prospettiva, di stabilizzati, i secondi, abilitati dimostrando di saper insegnare dopo averlo fatto in anni di professionale servizio in giro per le province della penisola, vittime del classico lancio del secchio dell’acqua sporca col bambino dentro.
Non possono essere contenti gli studenti e le loro famiglie, condannati ad un modello americano di scuola ed università tutto risposta multipla e valutazione incrociata alunno-insegnante-scuola, qualità per pochi eletti e sponsor nei corridoi.
Fuggire definitivamente dalle logiche del divide et impera neoliberista, della trappola della lotta tra classi, ma unire le lotte è ora quanto mai indispensabile per la salvaguardia della scuola pubblica e libera, per bloccare questa riforma e le sue conseguenze e proporre un piano alternativo, ma equo e giusto, di stabilizzazione diretta (senza concorsi) di TUTTI i precari, senza ricatti e destrutturazione delle tutele, che comprenda, oltre i 150mila precari delle Gae, un piano pluriennale successivo per l’assunzione di tutti gli abilitati Tfa e Pas, la progressiva normalizzazione delle conseguenze nefaste delle miriadi di stratificazioni normative sul reclutamento dei docenti, il rispetto dei diritti e della dignità di tutti i lavoratori della scuola e, di conseguenza, di tutta la scuola.
Al RICATTO ALLA SCUOLA ci opponiamo col
RISCATTO DELLA SCUOLA!
Incontriamoci tutte e tutti, insegnati di ruolo, precari delle Gae, precari abilitati Tfa e Pas, ATA, studenti medi ed universitari, famiglie, in
ASSEMBLEA PUBBLICA sotto la sede dell’ ATP di Via Pianciani,
lunedì 15 settembre alle ore 15
RISCATTO DELLA SCUOLA!
Incontriamoci tutte e tutti, insegnati di ruolo, precari delle Gae, precari abilitati Tfa e Pas, ATA, studenti medi ed universitari, famiglie, in
ASSEMBLEA PUBBLICA sotto la sede dell’ ATP di Via Pianciani,
lunedì 15 settembre alle ore 15
Coordinamento Precari Scuola Roma
Precari Uniti contro i Tagli
Coordinamento nazionale docenti abilitati Tfa
Coordinamento abilitati Pas
Mida precari
Laureati Scienze della Formazione Primaria
Diplomati Magistrali
movimentoinsegnantiprecari@gmail.com