Così com’è facile
parlare e scrivere di cose che si conoscono o che si è capaci di
immaginare, allo stesso modo si riesce a disegnare solo ciò che si è
capaci di pensare e di immaginare sulla base delle proprie conoscenze
che costituiscono il serbatoio dei pensieri e dell’intelligenza. Così
come si riesce a leggere un qualsiasi linguaggio iconico (scrittura,
matematica, musica, chimica, ecc.) solo se si è in grado di
decodificarne l’insieme del sistema dei simboli grafici, allo stesso
modo si riesce a leggere un’immagine solo se si è in grado di
decodificarne gli elementi componenti sia nel loro insieme sia nelle
singolarità e la connessa sintassi grafica.
E’ implicito, quindi, che se il disegno assume la veste di linguaggio
di un pensiero descrittivo di forme e figurazioni geometriche, la
didattica deve adeguarsi a questa funzione e, di conseguenza, dal punto
di vista metodologico è fondamentale che anche l’insegnante di disegno
(in modo particolare se trattasi di disegno tecnico perché esso implica
una stretta relazione tra chi pensa e progetta e chi realizza) prima di
insegnare a fare educhi a pensare.
Nel corso della mia attività didattica ho maturato, pertanto, la
convinzione che non si può operare senza conoscere e, al contrario, non
si può pervenire ad alcuna conoscenza senza operare.
In conformità a questa convinzione ho sviluppato l’insegnamento delle
Discipline geometriche e della Geometria descrittiva in modo da fornire
allo studente elementi teorici d’indagine in modo che egli potesse,
operare conoscendo e, contemporaneamente, acquisire conoscenze
operando. Così facendo ho attuato, per ogni studente, un processo
completo concettuale e operativo che ha trovato rispondenza nella
formazione e sviluppo della specifica personalità di ogni singolo
studente. Lo scopo didattico sopra espresso chiarisce come detto
insegnamento ha avuto, come obiettivo principale, non tanto quello di
“imparare allo studente a disegnare ”, quanto quello di “educare
l’allievo a rappresentare ”. Con detto insegnamento ho inteso fornire
allo studente quelle basi teoriche e culturali minime ma fondamentali,
che lo rendessero capace di leggere, capire, immaginare, creare e
rappresentare figure piane e/o solide e, quindi, oggetti e forme
comunque poste nello spazio del reale tridimensionale. La
rappresentazione non è stata vista, quindi, solo ed esclusivamente come
un prodotto grafico ma come la trasposizione, in forma grafica, di un
pensiero, perché ritenendo il disegno, una comunicazione, “prima
d’insegnare a fare è necessario educare a pensare ”.
Con l’insegnamento di questa disciplina mi sono
prefisso lo scopo di attivare, nel singolo studente, secondo le
rispettive capacità, inclinazioni culturali e socio-ambientali,
quell’elasticità mentale e capacità critica necessarie per operare in
senso progettuale, cioè previsionale, e comunque grafico-operativo,
quindi, comunicativo.
La Geometria descrittiva, parte essenziale delle Discipline
geometriche, rappresenta l’anello di congiunzione, nel processo
progettuale tra il momento creativo (processo mentale) e quello pratico
operativo di proiezione, di trasferimento di graficizzazione e verifica
(evento figurativo progettuale). Con il suo studio, pertanto, si è
fornito allo studente sia un metodo d’indagine e ricerca spaziale
creativa sia una tecnica grafica espressiva, rappresentativa e
comunicativa per far nascere crescere e fissare, nello studente, una
conoscenza criticamente motivata sia delle tecniche sia dei metodi
della rappresentazione grafica intesa come scienza della
rappresentazione per la costruzione di una rigorosa immagine
previsionale.
Ecco che vista in questa luce la Geometria descrittiva diventa una
comunicazione segnica nel senso che la materia ottempera allo scopo di
predisporre lo studente a leggere, interpretare, rappresentare e
riproporre con proprietà lo spazio fisico bi e tridimensionale e tutto
quanto in esso collocato mediante segni grafici su un foglio da
disegno, luogo della comunicazione come le note su uno spartito per un
musicista o grafi per un chimico o le formalizzazioni di concetti
matematici mediante appositi simboli per un matematico.
Infine, con riferimento all’uso delle nuove
tecnologie informatiche e digitali, la Geometria descrittiva ha
acquistato una nuova e diversa veste e vita nel campo proprio della
grafica digitalizzata con programmi CAD e di progettazione assistita.
La disciplina della rappresentazione descrittiva non è stata,
didatticamente, trattata unicamente come momento grafico ma come
supporto concettuale propedeutico alla rappresentazione stessa in
collegamento alle operatività grafiche con supporto informatico. Se
pensiamo al prodotto grafico come un insieme di singole entità
geometriche elementari, organizzate su un foglio da disegno seguendo
precise e definite leggi geometriche, si capisce l’importanza di
conoscere (analisi), anzitutto, le caratteristiche di ogni singola
entità, ma anche il modo di come ogni entità entra in rapporto
(sintesi) con le altre per definire, al termine del processo dinamico
del lavoro di rappresentazione, un messaggio grafico chiaro
(simulazione) quale inequivocabile e rigorosa trasposizione grafica del
pensiero creativo descritto mediante un’articolata composizione di
elementi geometrici.
Le Discipline geometriche, mediante le tre fasi di studio successive e
fondamentali “analisi”, “sintesi” e “simulazione”, distribuite
nell’arco del quinquennio del liceo, si presentano come un insegnamento
trasversale a tutte le altre discipline artistiche rappresentando la
sintassi grafica per fare ed insegnare arte.
Elio Fragassi
http://www.webalice.it/eliofragassi