L'alternanza
scuola-lavoro non deve essere un apprendistato occulto, ma
una modalità formativa, uno strumento didattico che arricchisce il
percorso degli studenti di competenze trasversali. L'ho ribadito oggi
nel mio intervento al Question time alla Camera dei deputati. Stiamo
intervenendo sull'alternanza per cambiarla e migliorarla, affinché gli
studenti possano vivere un'esperienza di qualità, caratterizzata da un
forte valore orientativo. Il rinvio dell'obbligatorietà delle ore di
alternanza per essere ammessi all'esame di Stato è un intervento che ho
voluto con forza per rimettere al centro dell'esame stesso il percorso
formativo che gli studenti hanno costruito nel corso di tutto il
percorso di studi.
Disegnare il profilo educativo, culturale e professione dello studente
non è un semplice slogan della scuola che cresce, ma corrisponde
all'essenza delle finalità del servizio scolastico, che tende alla
promozione integrale della persona, dello studente che diventa
cittadino attivo e responsabile.
La scuola che prepara al futuro comincia ad offrire agli studenti delle
"esperienze" d'incontro con il mondo del lavoro, dove domani gli
studenti saranno immessi... trovandolo!!!!
Il progetto di alternanza scuola lavoro è una modalità didattica
innovativa, che attraverso l'esperienza pratica aiuta a consolidare le
conoscenze acquisite a scuola e testare sul campo le attitudini degli
studenti, ad arricchirne la formazione e a orientarne il percorso nella
prospettiva del domani professionale, dove ciascuono realizzerà il
proprio e originale progetto di vita.
Il progetto, pensato bene, introdotto in maniera sistemica della Legge
107/2015, passata alla storia come la legge della "Buona scuola", non
sempre è stato gestito in maniera corretta e rispondente ai veri
bisogni degli studenti, allo specifico percorso di studio ed ora, anche
senza aver completato il ciclo triennale, dall'attuale Ministro
dell'Istruzione, Marco Bussetti, ha subito una battuta di arresto per
raddrizzare il percorso e procedere ad un puntuale monitoraggio.
"Ritengo necessario ridurre
sensibilmente a un numero minimo di ore l''alternanza scuola/lavoro, da
svolgere per altro in maniera diversificata negli istituti
professionali, tecnici, e nei licei. Ciascuna scuola nella
propria autonomia potrà scegliere il percorso e la durata".
Queste dichiarazioni del Ministro Bussetti hanno agitato un settore del
mondo della scuola e proprio ieri gli onorevoli Alessandro
Fusacchia e Valentina Aprea hanno presentato un'interrogazione
parlamentare sull'argomento.
Le risposte del Ministro sono state chiare e decise nel dare ragione
alle scelte adottate che superano gli schieramenti ideologici e
valorizzano la bontà dell'esperienza formativa realizzata, che ha
prodotto notevoli benefici, anche se non tutte le realtà territoriali,
ove sono state registrate variegate forme applicative, che hanno
caratterizzato le criticità emerse.
L'alternanza scuola lavoro, che porta la sigla ASL, non può essere
equiparata ad una forma di apprendistato o come in alcuni casi è stata
interpretata quasi una prova tecnica di manovalanza a costo zero.
La difficoltà di trovare aziende disponibili ha caratterizzato
negativamente alcune esperienze come quelle del Trevigiano
"Scuola-lavoro a spalar letame", ove i ragazzi hanno saltato tante ore
di lezioni, i programmi di studio sono stati contratti e non si sono
registrati i benefici attesi.
"Fare esperienze che permettano di
acquisire competenze trasversali - ha aggiunto il Ministro - è molto
importante per i nostri studenti". Aprire gli occhi sul mondo
del lavoro, condividere gli orari, i turni, il ritmo del lavoro,
respirare l'aria e il clima di un'azienda, provare il senso del
sacrificio e della responsabilità, contribuisce a fare crescere il
senso del lavoro, che non è solo quello materiale, e fa maturare la
cultura dell'impegno e della responsabilità.
Il cammino del cambiamento culturale è già stato aperto e procede nella
direzione europea dello sviluppo delle competenze progettuali e
d'imprenditorialità.
Le "Linee guida" del Ministero accompagnano il percorso avviato
nell'anno scolastico 2015-2016 con gli studenti del terzo anno ed ora,
giunti al quinto anno, essi stessi raccolgono i frutti e si evidenziano
le criticità.
Sono da valorizzare i lodevoli esempi di percorsi di eccellenza e le
simulazioni d'impresa realizzate in alcune scuole e tutto ciò ha
prodotto un inserimento agevolato nel mondo del lavoro, avendo
acquisito e sperimentato nuove competenze.
Giuseppe Adernò