Addio
compagno di bagno, non ci rivedremo più! Era un conforto ogni mattina,
ritrovare l’amico seduto accanto a te, con la tua stessa espressione,
la tua medesima preoccupazione, le tue identiche abitudini. Passava più
lieta la giornata, si dimezzavano le paure, si ampliavano i momenti di
svago, aumentava a dismisura persino la ricreazione. Si condividevano
gli appunti da copiare e gli errori, e gli esercizi di grammatica,
fatti in casa, diventavano patrimonio comune da sfruttare sotto il
banco. E se poi qualcosa non andava durante la giornata, c’era sempre
il libro di storia da “mettere nel mezzo” che diramava ogni litigio,
che cancellava qualsiasi incomprensione. Bisognava fare fronte comune,
occorreva saltare il fosso, salire sulla barricata per vincere il
professore di turno, “l’avversario”.
Era necessario coltivare il coraggio dei simili e inalberare il
vessillo della vittoria con un bel voto in pagella. Con il compagno di
banco si moltiplicavano le gioie e le belle notizie, soprattutto
nell’imminenza delle vacanze, le feste in classe poi diventavano il
doppio, e i regali pure; per non parlare delle voci di sciopero o
d’occupazione, che correvano all’unisono, certe mattine d’inverno
davanti il portone di scuola.
In compenso con il compagno di banco si dimezzava “miracolosamente” il
peso dei libri in cartella, selezionati accuratamente il “giorno
prima”, le ore di studio delle materie del “giorno dopo”, le
interrogazioni programmate, gli impreparati, e il batticuore per la
dichiarazione d’amore da fare alla ragazza carina del primo banco. E si
mescolavano gli abbracci e le liti, le vittorie e le sconfitte, i
pianti e i sorrisi. E i ricordi. E la vita a scuola, ogni giorno, era
più dolce da sostenere.
Adesso compagno di banco non ci sarai più, colpito a morte dal
distanziamento sociale e dall’oblio, caduto sul fronte della sicurezza
e della solitudine. Chi si ricorderà di te, quando smarriti volgeremo
lo sguardo a cercare un “compagno”, e nessuno verrà più in nostro
aiuto!?
Angelo Battiato