I have a dream:
sogno un luogo di culto a forma di stella a dodici lati, con due torri
gemelle (un minareto e un campanile) per ricordare a chi crede e ai
laici che è giunta l’ora di cercare tutto ciò che ci unisce e lasciare
perdere le divisioni.
Nel medio evo (spesso vituperato) Federico II di Svevia fu il più laico
sovrano del sacro romano impero. Conosciuto con l’appellativo di
stupor mundi ("meraviglia del mondo"), era dotato di una personalità
poliedrica e affascinante; fu convinto protettore di artisti e
studiosi. Sarà sempre ricordato nella storia per la sua intensa
attività legislativa e culturale per la convivenza e l’unificazione dei
popoli.
La sua corte fu luogo di incontro fra le culture greca, latina, araba
ed ebraica. Preferì la scomunica di papa Onorio III alle continue
richieste di intraprendere una crociata contro i musulmani!
Nell’anno regio 1904 fu inaugurata a Roma la nuova Sinagoga
ebraica. Fece impressione ovviamente il nuovo edificio, la sua
imponenza, la visita del Re, la solennità della cerimonia augurale. Le
parole pronunciate dal presidente della Comunità e dal Rabbino furono
valutate con attenzione: da molti applaudite, da altri commentate con
acidità. Il messaggio ideale era quello di preferire i ponti ai muri, e
porre fine alle miserie legali degli ebrei romani ancora costretti nei
recinti del Ghetto. Qualche decennio dopo, però, lo stesso re Vittorio
Emanuele III e Mussolini firmarono le leggi razziali.
Nel 1974 il Consiglio Comunale di Roma deliberò la donazione del
terreno per la costruzione di una grande Moschea. L'inaugurazione
avvenne nel 1995. La Moschea di Roma sorge ai piedi dei Monti Parioli
ed è sede del Centro Culturale Islamico d'Italia. È la più grande
d'Europa e fornisce, oltre che un punto d'aggregazione e di
riferimento in campo religioso, anche servizi culturali e sociali
variamente connessi all'appartenenza alla fede islamica: celebrazione
di matrimoni, assistenza per i funerali, esegesi, convegni, e molto
altro. Poi c’è stato l’11 settembre, che ha portato indietro di secoli
il lento cammino della convivenza dei popoli e delle religioni.
La laicità non è una patologia dello Stato né una brutta bestia. Semmai
è in assenza della laicità che si autogenera il mostro del fanatismo
che è la “teocrazia”. Questa rimanda a visioni
dell’antichità quando la religione suppliva il deficit del potere
laico, obbligando anche i non credenti ad accettare concezioni e
visioni fideistiche, a-razionali e irrazionali. Se da un lato il
“credente” ritiene di dover conciliare o sottomettere la propria e
l'altrui libertà all'autorità di un'ideologia o di un credo religioso,
il “laico” è sicuro di poter e dovere garantire
incondizionatamente la propria e l'altrui libertà di scelta e di
azione socio-politica-religiosa. La legittimità di uno Stato
laico non può essere subalterna rispetto ad altri poteri, istituzioni
religiose o partiti politici confessionali. Uno Stato laico infatti:
rifugge da qualsiasi mitologia ufficiale, ideologia o religione di
Stato; è imparziale rispetto alle differenti religioni e ideologie
presenti al suo interno; garantisce l’eguaglianza giuridica di
tutti i cittadini, senza discriminarli sulla base delle loro
convinzioni e fedi; riconosce e tutela i diritti di tutti i suoi
cittadini: libertà di pensiero, di parola, di riunione, di
associazione, di culto, ecc. In uno Stato laico, le leggi non devono
essere ispirate a dogmi o altre pretese ideologiche, ma devono essere
mosse dal fine di mantenere la giustizia, l’uguaglianza, la sicurezza e
la coesione sociale dei suoi cittadini.
Nell’anno del 150.mo dell’Unità dell’Italia penso a Cavour che aveva
cercato di trovare una soluzione all’annoso problema dei rapporti
tra il potere religioso spirituale e quello secolare,
proponendone autonomia e separazione secondo il principio “libera
Chiesa in libero Stato”. Mi viene in mente che nello statuto
albertino (dal 1861 al 1946) il primo articolo dichiarava la
religione cattolica apostolica e romana la sola religione dello
Stato. E tale rimase fino all’entrata in vigore della
Costituzione repubblicana, vera Bibbia laica. Recita l’art. 3:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti
alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di
religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Dal 1948 ne è passato di tempo! Troppo poco per attuare l’apertura
mentale dell’imperatore Federico II di Svezia! Eppure nella
ricchissima Segrate, la Milano 2 costruita da Berlusconi, c’è la prima
moschea costruita in Italia, con cupola e minareto. Ci vanno a pregare
i musulmani e le scolaresche in gita per conoscere gli altri e la
loro cultura…
Giovanni Sicali
giovannisicali@gmail.com