Una ricetta
per combattere la crisi oggi, ma che probabilmente verrà compresa
soltanto quando nel nostro Paese tutte le forze politiche predominanti
e quindi quelle parlamentari diverranno sinceramente liberal e
liberal-conservative, é certamente quella della parziale
privatizzazione del sistema pubblico italiano e nello specifico
dell'istruzione pubblica nazionale. L'istruzione é una delle materie
che la nostra Costituzione come quelle di probabilmente qualsiasi Paese
al mondo, assieme a difesa, sicurezza e sanità, stabilisce debba
assolutamente restare pubblica poiché l'interesse in materia non può
divenire speculativo o particolare di qualcuno, ma deve restare della
collettività, pertanto quello di istruire le nuove generazioni. La
nostra Costituzione però come tutte le altre, non parla esplicitamente
del tema e lascia libera interpretazione, quindi anche la libertà di
notare come spesso l'interesse privato può corrispondere con quello
pubblico, oppure come in alcuni casi quest'ultimo possa trarre vantaggi
dal primo.Il Popolo della Libertà per ispirazione vuol essere un
partito liberale, conservatore, popolare e moderato in linea con il PPE
e quindi grossomodo con ciò che dicono gli alleati europei, ma non
solo, io dico: anche e soprattutto con quelli d'oltre oceano.Ebbene il
concetto di interesse privato e interesse pubblico in queste nazioni,
specie negli USA, cambia diametralmente, basti pensare che il sistema
assicurativo sanitario era consolidato fino a un paio di anni fa quando
il Presidente Obama dopo averlo messo in discussione e in parte
riformato é stato tacciato di essere socialista e ora buona parte degli
americani lo giudicano negativamente anche per questa mossa. Negli
States vi sono ospedali appositi, cosiddetti sociali, anche per coloro
che non possono permettersi l'assicurazione e ovviamente il Paese
provvede a non lasciare in dietro nessuno. In Italia cose di questo
genere, o come quella che stiamo per proporre sono un vero e proprio
tabù, ed é considerato un sacrilegio parlare di privato nelle scuole,
come di assicurazioni nella sanità, come di privatizzazione (anche
parziale) delle università o del sistema idrico di distribuzione.
Qualsivoglia intrusione del privato nel pubblico é vista da quasi tutto
il mondo politico come chissà quale tentativo sovversivo o atto impuro
ai danni dell'indipendenza e delle sovranità proprie di quel settore
dello Stato o ad esso legato, quando é palese che settori come
l'istruzione siano tutto meno che liberi e indipendenti dai poteri
anche politici, ma che nella realtà siano invece preoccupati di dover
tagliare il doppio filo che li lega ad ideologie retrograde, sindacati
tradizionalmente potentissimi e partiti. Come avrete capito, sto quindi
per proporvi una parziale privatizzazione del sistema scolastico
italiano, non nel suo insieme complessivo nazionale, ma per quel che
riguarda i singoli istituti a livello territoriale.Entrando nel merito
quindi la creazione di Istituti-Società partecipate (sotto forma di
SpA) sarebbe certamente uno slancio positivo per l'economia nazionale,
per il libero mercato e per l'alleggerimento del debito, poi per il
mercato del lavoro e per la cultura, infine una soluzione per la
difficoltà a reperire fondi e per il miglioramento ultimo del sistema
d'Istruzione e del sistema Paese. Privati che vadano a interferire in
maniera parziale sulla didattica e sul sistema, ma che invece vadano ad
investire economicamente ed idealmente nell'Istituto fino ad una
partecipazione massima del 49%, il restante 51% come accade già nelle
società partecipate resta in quote diverse, ma comunque suddivise tra
enti locali anche a seconda delle competenze, nelle mani dello Stato.
L'interesse pubblico sarebbe altissimo, l'Italia in breve tempo si
vedrebbe alleggerire di notevoli costi che ad oggi deve sostenere, con
una maggiore garanzia che coloro che usciranno dalle scuole abbiano un
posto di lavoro poiché verranno assunti preferibilmente dalle medesime
aziende che hanno finanziato la sua scuola. Le aziende investitrici
oltre che pubblicizzarsi e fare pubblicità fisicamente all'interno
delle scuole in questione dotate di appositi spazi, potrebbero assumere
personale qualificato sulla quale preparazione hanno investito e
vigilato loro stessi così da modellare il futuro lavoratore sin da
giovane a seconda delle esigenze del mondo del lavoro. Il tutto così
che poi il ragazzo abbia quasi certamente un posto di lavoro sicuro.
Noi, come studenti di VIS oltre che vedere in questa un'occasione utile
al fine del miglioramento del sistema d'istruzione italiano,
riconosciamo una concreta possibilità per i giovani e un'opportunità
per il futuro dell'Italia, specialmente in questo momento di crisi.
Alessandro Bertoldi
Presidente nazionale Voce dell'Italia
- VIS studentesca
alebert94@yahoo.it