Trovandomi a
scrivere in questo mese di luglio, tempo di “calura”, dove la
temperatura, a volte, supera i quaranta gradi, leggendo libri,
ascoltando la TV ed i vari consigli degli esperti su come “passare il
tempo” durante i mesi estivi, mi “ritorna in mente” il ritornello della
canzone del “grande” Mino Reitano: “era il tempo delle more”. Così,
voglio condividere questo mio “scritto” parlando del tempo e di come
usarlo bene… “Era il tempo delle more”, cantava Mino Reitano; ogni cosa
si coglie a suo tempo, mi ricordo nella mia fanciullezza, quando veniva
la primavera era il tempo per “dare una bella rinfrescata” alle
abitazioni, si facevano le grandi pulizie, e le nostre nonne e mamme
svolgevano il loro ruolo cambiando i vestiti invernali con quelli più
leggeri e togliendo le coperte pesanti dai letti.
Tutto ciò che esiste nel mondo, sia animale, vegetale, minerale, è
soggetto ad una propria evoluzione in un determinato periodo, ad un
certo tempo.
La vegetazione e i frutti maturano nel tempo stabilito. Gli animali
procreano a loro tempo. Anche l’uomo ha il suo tempo di crescita,
anzi, proprio l’uomo, a differenza degli altri esseri viventi,
cerca di sconfiggere il tempo affannandosi ad una folle corsa, facendo
tutti il possibile per recuperare del tempo per i suoi scopi. Gli aerei
supersonici, i treni ad alta velocità, le macchine di grossa cilindrata
sono il frutto di questa follia e tutto sembra essere collocato in
questa corsa vertiginosa “contro” il tempo, una folle corsa, come nelle
parole di Lucio Battisti: “La mia è solo una folle corsa”.
Il tempo, inesorabile, passa attraverso le stagioni, i mesi, gli anni
ed i secoli sempre nella stessa maniera, dopo il giorno viene la notte;
tutto è sempre uguale, come ha stabilito il Creatore del cielo, della
terra e quindi anche del tempo.
L’uomo, secondo me, ha sempre cercato di “ammazzare” il tempo con una
sola preoccupazione e cioè quella inconscia di non voler invecchiare e
quindi, di voler ritardare il più possibile il “suo ultimo viaggio”,
l’epilogo della vita terrena. Penso anche che questo voler ritardare la
“partenza”, riguarda la sua ansia di non volersi presentare al giudizio
di Dio.
Il Creatore ha stabilito che il tempo per l’uomo, su questa terra, è
limitato e questo vale per tutti, credenti e non credenti, e,
soprattutto, per chi si affanna a possedere, ad accumulare, a
conservare; l’uomo non può (e non potrà mai) permettersi di assicurarsi
“il domani”, perché il domani non gli appartiene.
Per l’uomo, l’uso del tempo, è di massima importanza. L’uomo deve
essere consapevole del suo stato di “provvisorietà” su questa terra e
quindi deve saper valutare le “vere” priorità per dare un “senso” alla
propria esistenza. Deve, cioè, saper discernere ciò che è bene da ciò
che è male, e non può permettersi di sprecare il tempo.
Prendendo l’esempio dal libro dell’Ecclesiaste, la cosa più importante
per Salomone era: “Temere Dio ed osservare i Suoi Comandamenti”. Ecco
che è importante per l’uomo non pensare a “soddisfare” la propria
carne, ma pensare, “in primis”, al suo cammino interiore per avere
pensieri di pace, di rispetto e di solidarietà, per non sprecare invano
il proprio tempo.
L’uomo ha il dovere di domandarsi come usa il suo tempo. Per ogni cosa
vi è il suo tempo. C’è un tempo per nascere e un tempo per morire; un
tempo per la giovinezza e un tempo per la vecchiaia; un tempo per
piantare ed un tempo per raccogliere; un tempo per demolire ed un tempo
per costruire; un tempo per piangere ed un tempo per ridere; un tempo
per lavorare ed un tempo per riposare; un tempo per conservare ed un
tempo per buttare via.
Ogni cosa a suo tempo, dunque, sapendo che il nostro tempo trascorso è
anche una palestra di vita per far si che “maturando” si possa crescere
ed essere da stimolo e di esempio per chi viene dopo di noi, perché
quello che seminiamo oggi lo raccoglieremo domani; se nel tempo abbiamo
seminato male, sicuramente raccoglieremo male. Ma se usiamo il nostro
tempo per fini di pace, rispetto, solidarietà, sicuramente attorno a
noi raccoglieremo frutti meravigliosi di positività.
Ogni cosa a suo tempo, dunque! E che il nostro tempo sia adesso!
Giuseppe Scaravilli
giuseppescaravilli@tiscali.it