Saranno
nserite gradualmente a partire dall’anno prossimo - Gli studenti che
stanno preparando l’esame di maturità non avranno sorprese: le prove
Invalsi, di valutazione complessiva del corso di studi, non saranno una
novità dell’esame 2013, ma verranno inserite gradualmente a partire dal
2014, fino ad entrare a regime tra due anni, nel 2015.
Per ora, rimangono tutte le prove previste per la maturità, compresa
l’ormai consueta terza prova, ma non i quiz Invalsi. Il
“percorso”» è stato illustrato dal ministro dell’Istruzione, Francesco
Profumo, e dal commissario straordinario dell’Istituto di valutazione
Paolo Sestito, in un incontro riservato con i sindacati, ma di cui
l’Invalsi ha messo on line i principali interventi. Profumo ha
accolto positivamente il progetto di fare partire concretamente il
sistema Invalsi nel 2015, dopo i pre test di quest’anno e
«l’utilizzazione censuaria» del 2014: «Questo Paese è morto con le
sperimentazioni», ha spiegato il ministro che ha fatto l’esempio delle
iscrizioni online: «lo scorso anno furono 5 mila, quest’anno un milione
seicento mila, pari al 99,4%, e questo perché abbiamo detto che si
doveva fare così». «La scuola - ha aggiunto il ministro - è molto
pronta all’innovazione e tutte le volte che è stata sollecitata ha dato
risposte migliori di quanto ci si aspettasse». Tre saranno gli
ambiti delle prove Invalsi a partire dal 2015: italiano, matematica e
inglese, anche se non si è ancora deciso se la prova in lingua
straniera sarà a una prova a se stante o parte integrante delle altre
due. Inoltre, i test avranno anche una valenza di orientamento post
scolastico, con un progetto di introdurre ambiti specifici sia per
l’indirizzo di studio, sia su base personale. Altra indicazione fornita
da Sestito, quella che le prove potranno avvenire nella parte centrale
dell’anno scolastico, anche in vista dell’orientamento, mentre
l’obiettivo è quello di arrivare ad una «prova somministrata su
computer», in modo che abbia una «forza maggiore». Almeno per il 2014,
però, l’Invalsi pensa di spacchettare il quiz nell’arco di una decine
di prove con scuole di tutta Italia. «Questo annuncio - spiega la
Uil Scuola - toglie ogni dubbio riguardo alla sostituzione della terza
prova d’esame con le prove Invalsi. D’altra parte, le scuole potranno
decidere se utilizzare i risultati come elemento valutativo degli
alunni. In ogni caso, c’è l’intenzione da parte dell’Istituto di farne
anche uno strumento di orientamento e di selezione per le Università,
realizzando in tal modo una connessione più stretta con la scuola
secondaria». I quadri di riferimento, illustrati dagli esperti,
sono provvisori e nel periodo tra maggio e ottobre 2013, spiega ancora
la Uil Scuola, «verrà data la possibilità agli addetti di esprimere la
propria opinione o suggerimenti per modifiche» da apportare al
progetto. Per quanto riguarda l’utilizzo del computer,
specialmente per attuare una «futura personalizzazione in base a
software in grado di adattare parte della prova sul livello dello
studente», la Uil scuola si chiede «come pensano di realizzare questa
pratica in tutte le scuole italiane, sapendo che dal rapporto Ocse sul
Piano Digitale Nazionale sono emerse le carenze di strumentazione e di
collegamenti delle istituzioni scolastiche della nostra penisola».
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