Si è conclusa molto positivamente la “tre giorni” di scioperi contro la scuola-quiz e gli indovinelli Invalsi. Dopo le prime due tappe nelle Elementari e Medie, con migliaia di classi che hanno rifiutato l’umiliante pratica malgrado i pesanti interventi di molti presidi con illegali sostituzioni del personale in sciopero e “riorganizzazioni” del servizio, oggi lo sciopero ha coinvolto le scuole Superiori con risultati anche migliori di quelli precedenti. Complessivamente, nelle tre giornate, hanno boicottato la farsa quizzarola decine di migliaia di docenti ed Ata con circa diecimila classi che, grazie anche all’importante contributo delle famiglie e degli studenti, non hanno svolto gli indovinelli: e non ingannino i dati ministeriali, che si riferiscono alle sole classi-campione, poco più del 5% del totale, ove la pressione degli invalsiani e dei presidi è assillante. Oggi si sono svolte una sessantina di manifestazioni e iniziative di protesta nelle piazze e davanti alle scuole. Di particolare rilievo il sit-in al MIUR di Roma, dove centinaia di docenti ed Ata, malgrado una pioggia inclemente, hanno protestato esprimendo l’intero arco di richieste Cobas, che sono state poi da noi esposte alla nutrita delegazione ministeriale, guidata dal sottosegretario Rossi Doria.
Si è trattato di un lungo incontro in cui abbiamo ulteriormente precisato quanto sia distruttiva la valutazione di scuole, docenti e studenti sulla base dei quiz strutturati, e la drammaticità dell’impoverimento culturale prodotto dal cosiddetto “teaching to test” e cioè dal miserrimo insegnamento finalizzato unicamente alla risoluzione dei quiz. Le richieste al proposito che i Cobas hanno fatto ai rappresentanti del MIUR sono state: a) che vengano tolti i quiz dall’esame di terza Media; b) che non siano introdotti all’esame di Maturità; c) che la pratica dei quiz Invalsi torni ad essere procedura facoltativa, affidata alle decisioni dei Collegi docenti delle singole scuole. Conseguentemente, abbiamo richiesto la cancellazione del Sistema di (s)valutazione fondato sui suddetti quiz e imposto di soppiatto dal precedente governo senza alcuna discussione parlamentare. La delegazione Cobas ha poi denunciato il furto di salario perpetrato ai danni dei lavoratori/trici con il blocco dei contratti e degli scatti di anzianità, richiedendo al più presto la fine di entrambi i blocchi; e ha posto l’urgenza di annullare la deportazione dei docenti "inidonei" e l'espulsione degli Ata precari, procedendo nel contempo all’assunzione dei precari su tutti i posti disponibili e alla restituzione nella scuola del diritto di assemblea per tutti/e.
Il sottosegretario Rossi Doria e lo staff ministeriale hanno registrato le nostre richieste e si sono impegnati a rispondere in tempi ragionevolmente rapidi, precisando che le competenze del nuovo gruppo dirigente sono ancora da definire con precisione e che sugli argomenti da noi segnalati è in corso un confronto all’interno del governo, i cui risultati non erano in grado di anticipare. In via ufficiosa, comunque, per quel che riguarda gli “inidonei”, i precari Ata e gli ITP, risulta certo che ora è tutto bloccato, anche perché ci sono due disegni di legge che chiedono l’abrogazione dell’articolo della spending review che prevedeva la deportazione degli “inidonei” con la perdita conseguente del lavoro per precari Ata e ITP, sui quali il Parlamento dovrà entrare nel merito. L’incontro si è concluso con un impegno ad un nuovo confronto appena il governo e il MIUR avranno preso decisioni in merito ai punti e alle richieste avanzati dalla delegazione Cobas e dai docenti ed Ata in sciopero in questi giorni.
Piero Bernocchi portavoce nazionale Cobas
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