L'11 luglio i governanti dell’Unione Europea, con Renzi
in prima fila, volevano incontrarsi a Torino per un vertice sulla
disoccupazione giovanile: una vera provocazione e una beffa per i
giovani italiani, per una città e per un Paese che in questi sei anni
di crisi, a causa delle folli politiche liberiste della UE seguite
supinamente da tutti i governi italiani, hanno subito a livelli
altissimi i disastri della disoccupazione e della precarietà. L’enorme,
ed unitaria come non mai, protesta che la convocazione del vertice a
Torino stava provocando, ha impressionato non solo i governanti UE ma
soprattutto Renzi, così attento alla propria immagine mediatica, che ha
preferito una ingloriosa ritirata piuttosto che una clamorosa
contestazione, proprio all’inizio del “suo” semestre di presidenza UE,
da parte di una marea di giovani, di lavoratori e di cittadini che si
oppongono alla disastrosa politica di “austerità”.
Ma lo scontro politico di massa è solo rinviato all’autunno quando il
governo Renzi riproporrà quel liberismo “austero” e a senso unico che
ha massacrato il lavoro, i redditi e le pensioni, aggredito con le
privatizzazioni i Beni comuni, ridotto drasticamente la qualità e i
finanziamenti per l’istruzione, la salute, i trasporti e gli altri
servizi pubblici, peggiorato la qualità dell’ambiente in gran parte del
territorio nazionale e aumentato vistosamente quel debito pubblico che
l’austerità, secondo le fallimentari ricette liberiste, doveva ridurre.
Per l’autunno, Renzi ha confermato di voler proseguire sulla nefasta
strada del decreto Poletti e del Jobs Act (che intende far approvare
entro dicembre), con un’altra valanga di privatizzazioni per i servizi
pubblici locali, con vaste dismissioni di beni e ricchezze pubbliche e
comuni, con una “revisione di spesa”, che invece di colpire la
mostruosa corruzione e gli intollerabili privilegi della borghesia di
Stato, finirà per bastonare, come sempre, i più deboli ed indifesi.
Ottenuto il ritiro del provocatorio vertice, i COBAS revocano lo
sciopero generale dell’11 luglio, lavorando fin d’ora affinché esso,
basandosi innanzitutto sulla grande alleanza sociale costruita in
queste settimane intorno alla mobilitazione contro il vertice, si
svolga in autunno e sia davvero generale e generalizzato, nei posti di
lavoro e nella società tutta, coinvolgendo tutte le forme, stabili o
precarie, del lavoro dipendente ma anche del piccolo e indifeso lavoro
autonomo. E affinché sia una tappa cruciale per il potenziamento del
conflitto sociale durante il semestre di presidenza europea da parte di
Renzi, contro le politiche liberiste di austerità della UE e del
governo italiano; contro il Patto di stabilità, la “revisione di spesa”
e il TTIP (il trattato di "libero scambio" tra Usa ed Europa); contro
le privatizzazioni, il decreto Poletti, il Jobs Act e la
precarizzazione del lavoro; per la cancellazione del fiscal compact,
per la difesa dei Beni comuni, del lavoro, del reddito, dei servizi
pubblici, dei diritti sociali, democratici e sindacali.
Nella costruzione di questo percorso, sarà fondamentale che si rafforzi
e si estenda la più vasta alleanza tra tutti i settori sociali che
vogliono invertire le politiche di austerità, con le modalità che si
sono diffuse negli ultimi mesi e in particolare nella preparazione
della protesta vittoriosa contro il vertice, consolidando una
coalizione paritaria, senza gerarchie, plurale e solidale, che durante
l’autunno e il “semestre Renzi” si proponga di sconfiggere
l’”austerità” e i provvedimenti anti-sociali che verranno presentati
dalla UE e dal governo.
Piero Bernocchi portavoce
nazionale COBAS – Confederazione dei Comitati di Base
cobas.comitati.di.base.scuola@gmail.com