E la chiamiamo
ancora "scuola pubblica"! La cosiddetta "chiamata diretta" dei docenti
da parte dei dirigenti scolastici, inserita nel disegno di legge della
cosiddetta "Buona scuola", di Matteo Renzi, è una boiata pazzesca!!!
È, soprattutto, una proposta illogica, legata ad una distorta ed
estremizzata visione dell'Autonomia scolastica e della funzione
dirigenziale nella scuola pubblica. Fa parte di una concezione
"totalizzante" di scuola intesa come azienda che, anziché produrre
bulloni o scodelle, sforna ogni anno diplomi e pagelle. La scuola
statale è innanzitutto un'istituzione pubblica della nostra Repubblica,
dove "libero ne è l'insegnamento" (come dice la nostra Costituzione, di
cui spesso ci riempiamo la bocca!). E' come dire che i generali
scelgono i loro soldati, i questori i poliziotti, i primari i medici.
V'immaginate che succede!?
Per l'istruzione, sanità, sicurezza, ordine pubblico, per queste
essenziali funzioni dello Stato non deve esistere neppure la minima
ombra di favoritismo, di clientelismo, di nepotismo, di lecchismo!
Oltretutto, questa proposta comprometterebbe la sacrosanta libertà
d'insegnamento sancita dalla nostra Carta Costituzionale.
Le assunzioni devono essere trasparenti come l'acqua che beviamo la
mattina! La scuola deve essere laica e pluralista! Per poter lavorare e
portare pane e dignità a casa non può e non deve contare il gradimento
del dirigente scolastico, la provenienza geografica, l'appartenenza
politica, le convinzioni culturali, il credo religioso, le ambizioni
sessuali, ma il sapere e il saper essere, certificati, rigorosamente,
da procedure pubbliche e certe, definite dalla legge e dal contratto.
Ma la cosa più insopportabile, secondo me, è il tentativo di
intimidire, di impaurire, diciamolo chiaro, di asservire il ceto
docente, la categoria pensante e produttrice di cultura di un'intera
Nazione. È inaccettabile! Chi tace a tale scempio è grandemente
complice e colpevole!
Che i sindacati di categoria battano un colpo!
Che i deputati e le varie forze politiche, presenti in Parlamento,
facciano sentire la loro voce!
Che la scuola pubblica, tutt'intera, innalzi la bandiera della
battaglia e della riscossa! Ora!
Angelo
Battiato
angelo.battiato@istruzione.it