Renzi e la
Giannini, sino a giovedì prossimo, dichiaravano baldanzosi di non
temere gli scioperi della scuola. Ma già Venerdì hanno avuto una bella
lezione con lo sciopero Unicobas, Anief, Usb e del resto del
sindacalismo di base: gliel’hanno data le scuole chiuse per sciopero ed
i docenti e gli ata in corteo a Roma (e non solo). Oggi il Presidente
dell’Invalsi rinvia le prove nella Primaria dal 5 al 6 Maggio (e quelle
previste per il 6 al 7). Ma allora gli scioperi non fanno più ‘ridere’
il Presidente del Consiglio!
La Giannini, da parte sua, dando esempio di enorme viltà politica,
‘commissiona’ all’Invalsi, che non è parte datoriale, un gravissimo
intervento impositivo sul lavoro dei docenti operato appunto senza
titolo alcuno da un Ente terzo.
Un intervento che nega alla radice persino il presupposto stesso della
‘autonomia’ scolastica: basti pensare a quegli istituti comprensivi che
hanno disposto viaggi di istruzione o altre iniziative per la data del
7 Maggio o, il 6 di Maggio, per le classi non interessate ai test di
matematica, oggi rinviati al 7 e sostituiti da quelli di italiano.
La Magistratura ordinaria ed Amministrativa deve intervenire
immediatamente per ravvisare se ci siano gli estremi del comportamento
antisindacale e dell’abuso d’ufficio da parte dell’Invalsi (e comunque
dell’apparato del Miur).
Si tratta di un atto gravissimo che lede il diritto di sciopero, un
atto che chiunque ‘mastichi’ un minimo di diritto del lavoro non
avrebbe neppure potuto immaginare. Un atto che neanche Brunetta s’è mai
permesso nel corso del ventennio berlusconiano.
L’Unicobas conferma l’indicazione resa pubblica Venerdì 24: auspicando
il ripristino della legalità per i test Invalsi nelle scuole Primarie
il 5 (italiano), ribadiamo l’adesione agli scioperi in calendario, 6
Maggio compreso.
Poi contribuiremo a bloccare la scuola-quiz nelle Superiori il 12
Maggio, sciopero per il quale abbiamo dato comunicazione formale
proprio in data odierna. Una giornata nella quale occorre, oggi più cha
mai, recuperare gli studenti.
Sinora sappiamo solo della reazione dei Cobas, ma ci aspettiamo che
anche le organizzazioni sindacali che hanno proclamato lo sciopero del
5 Maggio facciano la loro parte, cominciando dalla CGIL, perché, al di
là delle differenze, qui è in gioco lo stesso principio costituzionale
relativo al diritto di sciopero!
Ci auguriamo, oggi più che mai, che costoro mantengano lo sciopero del
5 Maggio (al quale noi daremo il nostro contributo) non cedendo alle
‘sirene’ di Renzi ed alle manovre ridicole della “minoranza PD”, che
propone meri aggiustamenti di facciata, come la posticipazione al 2018
della vigenza del dispositivo, ove impedisce la nomina dei precari con
36 mesi di supplenza alle spalle, o addirittura peggiorativi, come
l’affiancamento del dirigente, su ‘premialità’ e chiamata diretta dei
docenti, da parte di un ‘comitato di valutazione’ composto per metà da
rappresentanti dei genitori. Né per 5 euro di ‘indennità di vacanza
contrattuale’.
Di fronte a vergogne come il rinvio antisindacale delle prove Invalsi,
sarebbe davvero il colmo se quello sciopero venisse addirittura
revocato (magari dopo le elezioni del CSPI in programma domani – e il
29 In Sardegna ed in vari comuni, come Civitavecchia), rimanendo solo
la proclamazione Cobas relativa unicamente a Scuola Primaria e Scuola
dell’Infanzia.
Il 7 Maggio, nel caso lo spostamento antisindacale delle prove non
venga annullato, i docenti dovranno attenersi strettamente al
mansionario contrattuale, che non comprende né la somministrazione, né
la correzione delle prove Invalsi, pretendendo ordine di servizio
scritto (da ‘girare’ al sindacato per le azioni legali del caso): oggi
più che mai disobbedienza civile! Nei prossimi giorni valuteremo, a
seconda degli scenari, altre iniziative.
Stefano d’Errico
Segretario nazionale