L'altra mattina,
conversando con un amico, all'angolo d'un bar, mi ha
"confidato" candidamente che la sera prima, a casa sua, aveva
organizzato un festino, e dopo aver consumato la cena e chiacchierato
allegramente, i convitati avevano "inscenato" una seduta spiritica,
come quella vista nei film horror, dove attorno ad un piccolo tavolo
ovale, un uomo, nei panni di "medium", diceva di comunicare ... con gli
spiriti dei defunti! Forse al giorno d'oggi, presi da mille problemi e
difficoltà, da continue crisi e tante preoccupazioni, non abbiamo
neppure il tempo di pensare (figuriamoci di credere!) al mistero, agli
spiriti, all'esoterismo, al lato oscuro delle cose! Ma c'è stato un
tempo, un'epoca assai lontana, tra la fine dell'Ottocento e i primi del
Novecento, dove lo spiritismo e l'esoterismo venivano "vissuti" con
naturalezza, soprattutto da nobili e intellettuali, che si rifugiavano
nei misteri dell'occulto per cercare e scoprire nuove realtà, dopo aver
"sedimentato" e metabolizzato il pensiero positivista delle "magnifiche
sorti e progressive", dove la ragione e la scienza non riuscivano più a
dare delle risposte esaurienti alle loro tante domande.
Uno dei più noti personaggi siciliani dell'epoca dediti all'occulto e
ai riti esoterici fu lo scrittore Luigi Capuana. Nato a Mineo
(Catania), il 28 maggio 1839 e morto a Catania, il 29 novembre 1915,
Luigi Capuana è stato romanziere, novelliere, poeta, drammaturgo,
critico di teatro e di narrativa, traduttore, librettista, scrittore
per l'infanzia, giornalista, cultore di scienze naturali e occulte, e
sindaco di Mineo. Ma soprattutto è stato, insieme a Giovanni Verga,
sulla scia dei naturalisti francesi, tra i più importanti teorici del
Verismo italiano. Capuana, quindi, non è stato solamente uno scrittore
di novelle e fiabe, ma s'è molto interessato ai fenomeni paranormali ed
esoterici e la tematica dello spiritismo è presente, quasi in maniera
celata, in molte delle sue opere. Addirittura scrisse un volumetto
intitolato proprio "l'Aldilà", un vero e proprio saggio nel quale
descrive i fenomeni "post portem", e dove riassunse tutte le esperienze
esoteriche e occulte svolte durante la sua vita. Scrisse pure "Un
vampiro", dove sono contenute tredici storie che hanno come tema
l'occulto.
Oltre a produrre i ben noti capolavori della nostra letteratura, i
romanzi "Giacinta" (1879) e "Il Marchese di Roccaverdina" (1901), le
raccolte di novelle e racconti, come "Profili di donne" (1877), "Storia
fosca" (1883) o "Il Decameroncino" (1901), e poi le fiabe di "C'era una
volta", "State a sentire!", "Tirituf", oltre al teatro in lingua e in
dialetto, e i saggi letterari. Ma Luigi Capuana, figura complessa nel
panorama letterario italiano, è ancora lontano da una definitiva
collocazione storico-critica. «Proprio l'eclettismo della sua
personalità - ha ricordato il professore Gianvito Resta, presidente
dell'Accademia dei Lincei - ha contribuito a relegarlo talvolta
nell'ambito di un superiore dilettantismo quelli che furono, invece,
geniali precorrimenti e tentativi portati avanti con lucida coscienza
teorica». Ma in quegli anni, a cavallo tra l'Otto e il Novecento, in
molte città siciliane, soprattutto nei salotti della "buona borghesia"
intellettuale, si praticava e si "tendeva l'orecchio" allo spiritismo e
alle pratiche esoteriche.
E anche nei piccoli centri, come Misterbianco, sappiamo di gruppi di
amici, intellettuali e amanti del mistero (che per ragioni di
riservatezza celiamo i nomi, ma che mi furono rivelati da mio nonno),
che periodicamente si riunivano nei loro "nobili" salotti, col sapore
del miele, per discutere di esoterismo e per compiere esperimenti
magici e sedute spiritiche. Poi, dulcis in fundo, l'amico del bar,
sottovoce, mi confidò pure che a fine serata dopo che gli ospiti erano
andati via, il padrone di casa restò solo ... con l'amante di turno,
nel suo boudoir, una stanza affrescata d'azzurro con diversi ghirigori
in stile "le mille e una notte", ed ivi si abbandonò fino alle luci
dell'alba, lasciandosi andare in una notte di sesso sfrenato inebriati
da fiumi dell'alcool. Roba da far tremare i polsi, ... roba d'altri
tempi, ... forse!
Angelo Battiato
angelo.battiato@istruzione.it