Le
conquiste salariali del movimento operaio negli ultimi 30 anni sono
state cancellate dai governi di centro destra e centro sinistra. Più
bassi sono i salari dei lavoratori più deboli sono i sindacati. Questo
modo di trattare gli insegnanti come dei "volontari" immolati al sacro
e potente dirigente scolastico sta producendo un malcontento generale
in tutta Italia. La proposta di aumento di questo governo sono 85 euro
(lordi) per i docenti e 500 per i dirigenti e sa veramente di ridicolo.
Dimostra ancora una volta che la libertà di insegnamento non esiste
più. Come non esiste più la democrazia in questo Paese. Un Governo che
cancella ogni diritto e la dignità al lavoratore partendo dal salario
insufficiente per vivere va cacciato! Ha ragione Marco Travaglio quando
afferma che ci stanno pisciando in testa e vogliono convincerci che sta
piovendo.
Ricordo che la Costituzione Italiana
con gli articoli 1, 3, 4 e 35 obbliga i governi a difendere dalla
povertà i propri cittadini mettendoli nelle condizioni di lavorare e di
vivere una vita dignitosa.
Articolo 1: L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
Articolo 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali
davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di
religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E`
compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e
l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione
politica, economica e sociale del Paese.
Articolo 4: La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al
lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità
e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al
progresso materiale o spirituale della società.
Articolo 35: La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed
applicazioni. Cura la formazione e l'elevazione professionale dei
lavoratori. Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni
internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro.
Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla
legge nell'interesse generale, e tutela il lavoro italiano all'estero.
Facile per i politici raccontare nelle trasmissioni televisive e in
radio che aumenteranno gli stipendi ai lavoratori. Vorrei vedere loro
vivere con gli stipendi degli insegnanti per non parlare del personale
non docente che non arrivano a mille euro al mese.
E’ ovviamente una provocazione ma se
tutti noi prof smettessimo di collaborare rifiutando incarichi e
nomine, facendo esclusivamente il nostro vero mestiere... cioè
insegnare? Avremmo raggiunto un altissimo grado di coscienza critica e
responsabile contro una legge 107 che andrebbe abrogata, perché sta
mettendo gli uni contro gli altri per un sacchettino di monetine da un
centesimo.
Purtroppo ci sono colleghi che lavorano "a strascico " la pesca
vietata...” accumulando incarichi invece di stare in classe e spiegare
e valutare.
Il comparto scuola, per colpa
dei tagli e delle scelte liberiste dei governi di centro destra e
centro sinistra, per il mancato rinnovo dei contratti e per non aver
abrogato il DM 29/1993 (gli aumenti salariali non devono superare
l’inflazione programmata) è stato
truffato non da un ladro ma dal proprio Stato!
Si truffato! Perché nell’arco di dieci anni un insegnante ha perso
mediamente tra i 15 e 18 mila euro e il personale non docente (Ata)
mediamente 11mila euro.
Sono i soldi che i lavoratori hanno perso per le parole & promesse
& cazzate dei politici, per non aver firmato i rinnovi dei
contratti di lavoro negli ultimi dieci anni.
L’Unicobas chiede da anni (è stato presentato un disegno di legge
dall’Italia dei Valori nel 2011 e il testo è stato riproposto anche al
M5S) l'uscita dell'intero comparto scuola dal pubblico impiego
(ponendolo fuori dal campo di applicazione del decreto legislativo n.
165 del 2001), il recupero degli automatismi salariali biennali
d'anzianità come dato di garanzia sull'esperienza (sulla scorta di
quanto avviene nella Repubblica federale elvetica, ove gli automatismi
salariali d'anzianità sono addirittura annuali e tale trattamento è
riservato solo agli insegnanti) e del ruolo come elemento di protezione
e affermazione della libertà d'insegnamento, nonché della specificità
professionale della funzione docente; il conseguente ritorno ad un
contratto di natura non privatistica, specifico per l'intero comparto
scuola (docenti e personale ATA), ristabilendo la possibilità di una
vera rivalutazione (ad esempio tramite l'incremento dell'indennità di
funzione docente) dello stipendio base degli insegnanti, altrimenti
inchiodato, per legge, alle stime inflative dell'ISTAT e all'inflazione
programmata dal Ministero dell'economia e delle finanze. Il perverso
meccanismo disposto dal decreto legislativo n. 165 del 2001 rende
altrimenti impossibile anche il solo avvicinamento alla media
retributiva europea, rispetto alla quale, tenuto conto del costo della
vita, i docenti italiani si collocano ormai all'ultimo posto;
Gli insegnanti non sono gli schiavi da
tenere nel recinto ma gli intellettuali di questa nazione ed esigono
RISPETTO per la loro professione altamente specializzata!
Un governo che non investe nell'istruzione dei propri cittadini diventa
reazionario e pericoloso.
Ultimamente più si incide con la comunicazione, spiegando il motivo del
fallimento della Legge 107 (la buona scuola di Renzi) e
dell'inesistente lotta da parte dei sindacati confederali, più aumenta
la campagna denigratoria contro il sottoscritto e verso il sindacato
Unicobas.
I miei studenti hanno incollato un
foglio di carta, sul muro della loro classe, con scritto: " E’ proprio
quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un'altra
prospettiva" (Robin Williams - L'attimo fuggente)
Questa frase la dedico a tutti gli insegnanti e al personale non
docente “dormienti” e poco interessati alle normative scolastiche, che
non partecipano alle assemblee sindacali ma che si svegliano solo
davanti alla macchinetta del caffè per lamentarsi di una supplenza o
per domandare alle RSU quanto ha preso il collega dal fondo d’istituto
o dal fondo premiale.
Il dott. Ferdinando Imposimato ha dichiarato recentemente: “La
disobbedienza civile è necessaria contro una riforma scolastica
devastante”.
Lo sciopero generale di venerdì 10 novembre è stato indetto da Cobas,
Unicobas e Usb per protestare contro il "Sistema".
Un sistema che vuole distruggere la scuola pubblica laica statale,
trascinare i lavoratori nella povertà. Mantenere i giovani
nell'ignoranza e senza lavoro per poterli condizionare nelle scelte
governative pericolose. Mandare i lavoratori in pensione a 70 anni dopo
aver versato più di 40 anni di contributi.
Lo sciopero riveste un'importanza
senza precedenti.
Scendiamo in piazza insieme e gridiamo
il nostro dissenso, la nostra disobbedienza civile contro chi è al
governo e da anni sta offrendo solo elemosine e oboli al popolo
italiano, cancellandogli anche la dignità!
Paolo Latella
Unicobas Scuola & Università