. E’ opportuno precisare una distinzione importante, che cambia tutto.
Si ha diritto di inamovibilità dalla sede e quindi non si rientra nell’eventuale novero dei soprannumerari d’istituto, ma si ha altrettanto diritto a precedenza assoluta nella graduatoria interna d’istituto, soltanto quando la residenza dell’assistito rientri nel distretto in cui è ubicata la scuola presso cui si presta servizio. In questo caso, anche gli eventuali spezzoni orari non possono essere attribuiti ai beneficiari della legge 104 ma devono essere assegnati a chi li segue per ordine di graduatoria d’istituto. Quando, invece, il disabile assistito ha la propria residenza in un distretto diverso rispetto alla sede di lavoro di chi lo assiste, questa norma non vale. Si tratta quindi di due casi ben diversi, che non è possibile in nessun modo accomunare, se non incorrendo in gravi violazioni dei diritti stabiliti dalla legge e pertanto perseguibili anche penalmente.
Cogliamo l’occasione per ribadire che, essendo pur vero che l’assegnazione del personale docente tocchi al dirigente scolastico, è altresì vero che essa deve tener conto di almeno tre criteri fondamentali:
1) il rispetto delle leggi
2) il rispetto della graduatoria d’istituto
3) il rispetto di criteri d’equità.
In ordine a quest’ultimo, significa semplicemente che il dirigente non può assegnare le classi in base ad aleatori e personali parametri che risultano a volte più scombinare che regolare in modo efficiente l’andamento scolastico. Ad esempio, le classi terminali dovrebbero essere assegnate secondo il principio della continuità didattica ma anche secondo quello della turnazione. E’ logico che assegnare sempre una classe terminale allo stesso docente per diversi anni consecutivi rappresenta qualcosa che non si può certo definire “equo” oltre che configurarsi eventualmente anche come elemento di “mobbing” verso qualcuno. Inoltre, si dovrebbe evitare di formare “classi ghetto”, ovvero che raccolgono praticamente tutti o quasi tutti i ripententi di una classe anche di diverse sezioni, perchè ciò è qualcosa di poco onesto sia nei confronti del docente a cui viene assegnata la classe sia nei confronti della stessa utenza scolastica.
E’ inconcepibile che esistano dirigenti scolastici che ignorino questi elementari principi di gestione scolastica. A quei presidi “eccezionali” che invece li ignorano ( assumendo qui il termine “eccezionale” in senso certamente deteriore, ovvero non riguardante la maggior parte di loro ma solo forse qualche sparuta “primula rossa”) ma anche a chi si rende latore di alcuni messaggi da pubblico “sciocchezziario” e che quindi ne condivide in qualche modo l’arterosclerotica progenie, auguriamo un provvidenziale pensiero rivolto al pensionamento, oppure di ricevere prestissimo un bel biscione d’oro per le capacità olimpioniche dimostrate di accumulare brutte figure in tempi ultrarapidi, piuttosto che intestardirsi a voler mettere nel sacco , ogni anno, lepri troppo svelte e troppe ostiche per le loro traballanti dentiere.
Tecla Squillaci
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