E' facile farsi
prendere da concetti altisonanti senza andare a vedere come funzionano
e se ancora funzionano. Di fatto si assimilano pacificamente parole
d'ordine e strategie politiche ed economiche che vanno a incidere
pesantemente sulle nostre condizioni di vita. Solo per il fatto che
venga solennemente proclamato a Davos, il NO al protezionismo dovrebbe
metterci in allarme,suscitare dubbi e perplessità; dovrebbe indurci a
cercare di capire che cosa ne viene. Il protezionismo ha consentito ai
nuovi soggetti del consesso delle nazioni di potere avviare un proprio
processo di sviluppo economico e di garantirsi un certo grado di
autonomia rispetto ad altri stati e ad altre economie. Non è detto che
protezionismo sia sinonimo di autarchia, come non è detto che siano
sinonimi di sviluppo e di libertà le politiche economiche neo-liberali,
che FMI, OCSE e Comunità Europea impongono alle nazioni.
Oggi l'assenza di politiche intelligenti di difesa dell'assetto
produttivo della nostra nazione, in combinato disposto con l'obbligo
europeo di smantellamento delle partecipazioni statali, ha impoverito
la società italiana, perchè dispone di minori risorse strumentali e di
un apparato industriale rimpicciolito nel suo insieme e nella sua
qualità e soggetto tra l'altro agli interessi e ai voleri dei
produttori di materie prime e di semi-lavorati.
La globalizzazione che non sarebbe fine e civilmente educato
contrastare ci ha riempito di merci di mediocre valore; ha spinto molte
aziende a delocalizzare presso nazioni dove si fanno più facili ed alti
profitti;ha favorito e sollecitato tutti i processi di precarizzazione
dei rapporti di lavoro, dai quali sono conseguiti l'abbassamento
dell'ammontare dei salari e il peggioramento delle condizioni di vita
dei lavoratori dipendenti.
Con la globalizzazione la nostra nazione è diventata preda delle
multinazionali, si sono allargate le disuguaglianze sociali e si è
esteso a macchia d'olio il rancore sociale delle moltitudini, spinte
verso la marginalità. Rancore che per ora ha trovato un interprete
accettato in formazioni politiche con venature antidemocratiche e
razziste.
E' ora di capire che una parte di società ha bisogno di protezione e
che certe forme di protezionismo potrebbero disinnescare l'esplosione
di malessere che cova nel suo seno.
Raimondo Giunta