Vincenzo Bellini, il genio italiano del "canto puro"
Un perfezionista innamorato della melodia
Vincenzo Bellini è stato una delle più eminenti figure del melodramma italiano del XIX secolo. Autonomo nel metodo e nelle scelte artistiche, convinto assertore della necessità di una lenta e accurata elaborazione delle composizioni musicali, Bellini sembra incarnare contemporaneamente il personaggio dell’artista romantico e quello dello spregiudicato e abile amministratore della propria carriera.
a cura di Silvia Siniscalchi
Ammirato dai contemporanei (Rossini, Donizetti e perfino Wagner avrebbero più volte espresso apprezzamenti per le sue opere), osannato dal pubblico, corteggiato e conteso dai salotti aristocratici di tutta Europa, paragonato a Fryderyk Chopin per il lirismo struggente e malinconico delle sue composizioni, Bellini ha consumato la sua breve esistenza tra la musica, l’alta società e gli amori, non sempre felici, della sua vita. Le pure melodie dei suoi capolavori hanno contribuito ad accreditare il luogo comune di un musicista dall’indole lirica, poco attento all’orchestrazione e distaccato dalla realtà: al contrario, le invenzioni musicali belliniane, a un ascolto più attento, si rivelano sempre funzionali alle esigenze drammatiche del testo.
Tale giudizio sarebbe stato esplicitamente formulato da Richard Wagner, che avrebbe sottolineato la stretta aderenza tra le parole e la musica di Bellini, spiegando l’autentico significato di un’orchestrazione spesso ingiustamente criticata, perché ritenuta subordinata al canto. Nelle opere di Bellini, osserva Wagner, l’orchestra ha una precisa funzione: fare da sfondo maestoso, limpido e chiaro al turbinio delle passioni che agitano i personaggi sulla scena. Il cosiddetto canto puro del maestro catanese, fluente e asimmetrico, dimostra tutta la sua forza comunicativa proprio grazie all’orchestra, che sorregge la melodia senza mai contrastarla o sovrastarla. In tal modo, la musica di Bellini trasfigura le emozioni e le passioni, rendendole espressione sublimata di un sentire umano comune e universale.
Un perfezionista innamorato della melodia
Vincenzo Bellini è stato una delle più eminenti figure del melodramma italiano del XIX secolo. Autonomo nel metodo e nelle scelte artistiche, convinto assertore della necessità di una lenta e accurata elaborazione delle composizioni musicali, Bellini sembra incarnare contemporaneamente il personaggio dell’artista romantico e quello dello spregiudicato e abile amministratore della propria carriera.
a cura di Silvia Siniscalchi
Ammirato dai contemporanei (Rossini, Donizetti e perfino Wagner avrebbero più volte espresso apprezzamenti per le sue opere), osannato dal pubblico, corteggiato e conteso dai salotti aristocratici di tutta Europa, paragonato a Fryderyk Chopin per il lirismo struggente e malinconico delle sue composizioni, Bellini ha consumato la sua breve esistenza tra la musica, l’alta società e gli amori, non sempre felici, della sua vita. Le pure melodie dei suoi capolavori hanno contribuito ad accreditare il luogo comune di un musicista dall’indole lirica, poco attento all’orchestrazione e distaccato dalla realtà: al contrario, le invenzioni musicali belliniane, a un ascolto più attento, si rivelano sempre funzionali alle esigenze drammatiche del testo.
Tale giudizio sarebbe stato esplicitamente formulato da Richard Wagner, che avrebbe sottolineato la stretta aderenza tra le parole e la musica di Bellini, spiegando l’autentico significato di un’orchestrazione spesso ingiustamente criticata, perché ritenuta subordinata al canto. Nelle opere di Bellini, osserva Wagner, l’orchestra ha una precisa funzione: fare da sfondo maestoso, limpido e chiaro al turbinio delle passioni che agitano i personaggi sulla scena. Il cosiddetto canto puro del maestro catanese, fluente e asimmetrico, dimostra tutta la sua forza comunicativa proprio grazie all’orchestra, che sorregge la melodia senza mai contrastarla o sovrastarla. In tal modo, la musica di Bellini trasfigura le emozioni e le passioni, rendendole espressione sublimata di un sentire umano comune e universale.