Il termine "Landscape", paesaggio, viene solitamente collegato alla pittura. La vista però non è l'unico senso stimolato dall'ambiente in cui viviamo, così come le arti visive non sono sole a raccontare la storia di un luogo: città, strade, piazze, natura possono essere rivelati anche dai suoni. A Torino si è appena tenuto un seminario su questa forma di paesaggio sonoro: il "Soundscape".
La nostra società sta lentamente acquisendo nuove sensibilità sui temi dell'ambiente e dello sviluppo compatibile, soprattutto per quel che concerne l’aspetto visivo e bio-chimico. Eppure il suono delle città spesso è un incubo fatto di frastuono, automobili, suonerie... un vero bombardamento. Perchè allora non riflettere anche sulla pervasività del suono nelle nostre vite e negli spazi in cui viviamo?
I primi studi in questo senso risalgono agli anni 70' con il compositore canadese Murray Schafer e il suo World Soundscape Project e sono proseguiti da alcuni musicisti di soundscape composition, composizioni musicali elettroacustiche che mirano a creare un ritratto sonoro di un ambiente. Allontanandosi dall'ambito prettamente musicale e artistico, in realtà sono molteplici le discipline coinvolte in queste esperienze.
Sicuramente l’acustica, ma poi anche la storia l’estetica, l’architettura, l’etnologia, l’antropologia, il design, la geografia, le scienze della comunicazione, il diritto, la linguistica, la medicina, la musicologia, la filosofia, la pedagogia, la psicologia, la sociologia, l’ingegneria, l’urbanistica... pensiamo ad esempio alla possibilità creare una storiografia degli ambienti sonori, ricostruendo i suoni dei secoli scorsi, oppure al fatto di preservare i suoni moderni, affinchè non siano perduti per sempre.
Tra i gruppi attivi in questa particolare forma di ascolto spicca in Italia il "Sicilian Soundscape Research Group" che tutti i giorni raccoglie, registra e archivia centinaia di suoni per realizzare la mappatura sonora di Catania. Certo non è facile, anche i cacciatori di suoni devono fuggire dal caos metropolitano cercando "oasi" e "riserve" in cui i suoni risultino ancora quelli dell'uomo e della natura.
Nei parchi e nel centro storico delle città è può essere ancora possibile cogliere il vociare dei cortili e dei mercati. Il risultato? Una sinfonia incompiuta, in cui i ricercatori sono contemporaneamente compositori, esecutori e ascoltatori. Certo, sarebbe bello se un giorno i ricercatori tornassero a casa a mani vuote... "La vera musica è il silenzio e tutte le note non fanno altro che incorniciarlo" (Miles Davis).
La nostra società sta lentamente acquisendo nuove sensibilità sui temi dell'ambiente e dello sviluppo compatibile, soprattutto per quel che concerne l’aspetto visivo e bio-chimico. Eppure il suono delle città spesso è un incubo fatto di frastuono, automobili, suonerie... un vero bombardamento. Perchè allora non riflettere anche sulla pervasività del suono nelle nostre vite e negli spazi in cui viviamo?
I primi studi in questo senso risalgono agli anni 70' con il compositore canadese Murray Schafer e il suo World Soundscape Project e sono proseguiti da alcuni musicisti di soundscape composition, composizioni musicali elettroacustiche che mirano a creare un ritratto sonoro di un ambiente. Allontanandosi dall'ambito prettamente musicale e artistico, in realtà sono molteplici le discipline coinvolte in queste esperienze.
Sicuramente l’acustica, ma poi anche la storia l’estetica, l’architettura, l’etnologia, l’antropologia, il design, la geografia, le scienze della comunicazione, il diritto, la linguistica, la medicina, la musicologia, la filosofia, la pedagogia, la psicologia, la sociologia, l’ingegneria, l’urbanistica... pensiamo ad esempio alla possibilità creare una storiografia degli ambienti sonori, ricostruendo i suoni dei secoli scorsi, oppure al fatto di preservare i suoni moderni, affinchè non siano perduti per sempre.
Tra i gruppi attivi in questa particolare forma di ascolto spicca in Italia il "Sicilian Soundscape Research Group" che tutti i giorni raccoglie, registra e archivia centinaia di suoni per realizzare la mappatura sonora di Catania. Certo non è facile, anche i cacciatori di suoni devono fuggire dal caos metropolitano cercando "oasi" e "riserve" in cui i suoni risultino ancora quelli dell'uomo e della natura.
Nei parchi e nel centro storico delle città è può essere ancora possibile cogliere il vociare dei cortili e dei mercati. Il risultato? Una sinfonia incompiuta, in cui i ricercatori sono contemporaneamente compositori, esecutori e ascoltatori. Certo, sarebbe bello se un giorno i ricercatori tornassero a casa a mani vuote... "La vera musica è il silenzio e tutte le note non fanno altro che incorniciarlo" (Miles Davis).