Se il Tar
del Lazio boccia i tagli della riforma Gelmini, quello lombardo invece
li assolve. Un’ ordinanza della terza sezione del Tribunale
amministrativo ha infatti respinto il ricorso presentato da Cgil e Cisl
in cui si chiedeva di sospendere il meccanismo di nomina dei docenti
per la scuola elementare a Milano. I sindacati contestavano la
discriminazione di trattamento fra le famiglie, dal momento che i tagli
di insegnanti non garantirebbero da settembre il tempo pieno per tutti
gli studenti che ne hanno fatto richiesta. Se il Tar del Lazio boccia i
tagli della riforma Gelmini, quello lombardo invece li assolve. Un’
ordinanza della terza sezione del Tribunale amministrativo ha infatti
respinto il ricorso presentato da Cgil e Cisl in cui si chiedeva di
sospendere il meccanismo di nomina dei docenti per la scuola elementare
a Milano. I sindacati contestavano la discriminazione di trattamento
fra le famiglie, dal momento che i tagli di insegnanti non
garantirebbero da settembre il tempo pieno per tutti gli studenti che
ne hanno fatto richiesta.
Nel respingere il ricorso, il giudice ritiene "che il rischio paventato
non sia grave né irreparabile", sicuro che "il servizio scolastico
erogato nella provincia di Milano potrà comunque raggiungere
sufficienti livelli qualitativi". Dopo il pronunciamento del Tar, ora
le reti di insegnanti e genitori che si oppongono alle riduzioni di
personale previste dal governo si organizzano per presentare un nuovo
ricorso. E raccolgono firme per spingere la direzione scolastica
lombarda a chiedere al ministero dell’ Istruzione una marcia indietro
sui tagli di organico.
Un'altra fonte di preoccupazione per le scuole (questa volta superiori)
viene dal fatto che il ministero abbia anticipato solo una piccola
quota, pari a un settimo, dei soldi necessari a pagare i mille euro
lordi a ogni insegnante impegnato nelle commissioni di maturità. E gli
esami vanno avanti.
(da Milano - Repubblica.it)
Redazione