L’avevamo
denunciato già in un precedente articolo, pubblicato
su AetnaNet, dello scorso mese di luglio, che a Roma, in viale
Trastevere, sede del MIUR, esiste un vero e proprio “clan dei
bresciani”, covato dal ministro bresciano, Mariastella Gelmini. E
dicevamo pure che ci preoccupava questa concentrazione di potere nelle
mani di uomini cooptati dal capo, “con infamia e senza lode”. Ed è
proprio vero, “‘a squagghiata da nivi,
si vìdunu ‘i puttusa!”. Adesso abbiamo le prove dei danni
provocati, da questi personaggi, al sistema scolastico e, soprattutto,
all’immagine della scuola italiana.
Il tunnel…dell’orrore, dal Cern di Ginevra al Gran Sasso, felicemente
ribattezzato, “tunnel Gelmini”; gli infiniti … errori-orrori del
concorso dei dirigenti scolastici; per non dire dei tanti dati …
secretati, dagli alunni respinti, al numero dei docenti di sostegno e
dei ragazzi disabili inseriti in classi pollaio. Per non parlare delle
tante “uscite” televisive del ministro e del concorso a procuratore
legale espletato in quel di Reggio Calabria. Una lunga scia di epocali
“malacumparsi”! Una collezione infinita di errori e di orrori politici
e amministrativi. Che meriterebbero le dimissioni del capoclan!
Ma vogliamo provare a
ricordare tutti gli illustri “amici” bresciani di Mariastella!?
Iniziamo con ...
Alberto Albertini, consigliere personale del ministro, reperto
democristiano della Prima Repubblica, un nome che a Brescia fa storcere
ancora il naso perché passato attraverso molteplici grane giudiziarie,
come l’inchiesta sull’Ospedale Civile (pm Paola De Martiis, nel ’94) in
piena Tangentopoli (ma è acqua passata!).
Vincenzo Nunziata, avvocato
dello Stato di antico lignaggio con un debole per gli arbitrati e gli
incarichi extragiudiziali. Come quello sulla costruzione della Scuola
Marescialli di Castello, a Firenze, che poi si è evoluta nell’inchiesta
sul G8. Nunziata è un recordman degli incarichi extragiudiziali, per i
quali (tra il 2004 e il 2007) ha incassato 1 milione e 521 mila euro
oltre a uno stipendio di 222 mila sommando una serie di altri
incarichi.
Massimo Ghilardi, 45 anni,
assunto, con chiamata diretta per “comprovate e qualificate esperienze
professionali”, a coordinare la direzione generale della Ricerca, ed è
anche responsabile dell’ufficio competente in riforma, riordino,
vigilanza e finanziamento degli enti di ricerca; incarichi che
controllano circa 915 milioni di euro. Ebbene, il signor Ghilardi,
carabiniere di leva (fa sempre comodo), laureato in Scienze Motorie
alla Cattolica di Brescia e anche in Sociologia Politica ad Urbino,
iscritto all’Albo dei promotori finanziari, con la ricerca non
c’azzecca proprio nulla, però avrebbe sbaragliato qualsiasi avversario
in un ipotetico concorso pubblico: è il tesoriere di “Liberamente”, la
corrente - Fondazione in ascesa nel Pdl, capitanata da Franco Frattini,
dalla stessa Gelmini e da Mario Valducci.
Massimo Zennaro, di Brescia, 38
anni, ex portavoce del ministro Gelmini, dimessosi, di recente, in
seguito alla figuraccia per il famoso comunicato del “tunnel dei
neutrini”, laureato in Scienze Politiche, dentro Forza Italia era
“esperto di comunicazione”, prima, accanto a Marcello Dell’Utri e poi a
Tiziana Maiolo al Comune di Milano. L’amicizia personale con
Mariastella ha fatto sì che gli abbia messo la spada sulla spalla,
nominandolo dirigente di prima fascia del ministero con incarico di
Direttore generale “per lo studente, l’integrazione, la partecipazione
e la Comunicazione”; il suo stipendio è passato da poco più di 40 mila
euro lordi, a 134 mila netti, da direttore generale. Più o meno quello
che guadagna Marco Ugo Filisetti, il “direttore generale della politica
finanziaria e di bilancio” sempre dell’Istruzione, un altro del clan
dei bresciani di Mariastella.
Marco Ugo Filisetti, 55 anni,
anche nel suo curriculum c’è una laurea in Legge che nuota nel vuoto,
fatti salvi una serie di incarichi come funzionario della Provincia di
Bergamo di cui è diventato dirigente nel ’93. Filisetti, inoltre, nel
2009 è diventato sindaco del comune di Gorle (Bergamo), ma essendo
dirigente del ministero, quindi dipendente civile dello Stato, la sua
nomina doveva essere annullata. Ma quanti altri bresciani si annidano
nel covo della Gelmini? E quante altre magre figure (malacumparsi!)
dobbiamo assistere ancora, “prima che il vento porti via con se
l’ultima briciola”… di dignità!?
Angelo
Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it