E lui è pronto a presentare il testo del disegno di legge in
Consiglio dei ministri. Un provvedimento sul quale, prima ancora di
aver visto la luce, sono però piovute critiche pesanti, come quella di
affossamento della riforma Brunetta.
«Quando leggeranno il testo certi commentatori si ricrederanno.
Due quinti dell'articolato traduce in norme l'intesa raggiunta, gli
altri tre quinti riguardano altri aspetti cruciali della dirigenza, la
formazione e la trasparenza.
Il percorso che stiamo compiendo va ben oltre l'allineamento con le
nuove regole del lavoro privato e punta a estendere la riforma
Brunetta. Renderla più agevole e applicabile, dopo tre anni dalla sua
introduzione. E avendo chiaro un concetto: non esiste nessun potere di
veto da parte dei sindacati».
Ministro, le critiche si sono appuntate soprattutto sul meccanismo
della premialità.
Proprio l'articolo 19 della riforma Brunetta, quello riferito alle tre
fasce di merito, ha attualmente efficacia solo per circa 28omila
dipendenti su 3,3 milioni. Sono esclusi i dipendenti del ministero
dell'Economia, delle Agenzie fiscali, della Presidenza
del Consiglio dei ministri, i ricercatori e i tecnologi degli enti di
ricerca e tutti i dipendenti del settore scuola.
Per queste categorie, che ammontano a circal.,2 milioni di addetti, è
previsto un adeguamento ai principidell'articolo19 mediante decreti. E
tutti i decreti adottati non prevedono mai le tre fasce perché sono
state ritenute un elemento troppo rigido, che ingessa il sistema a
discapito dell'autonomia del dirigente di fare una valutazione del
proprio personale al di fuori di gabbie predefinite.
Anche peri dipendenti di Regioni e autonomie locali, compresa la
sanità, si prevedono adeguamenti alla riforma Brunetta.
Nel protocollo siglato con Regioni e sindacati si parla di retribuzione
accessoria differenziata sulla base dei risultati.
Infatti. E il meccanismo sarà assicurato con legge e non con un
accordo. Si riconosce alla contrattazione una competenza che è già
prevista nel decreto legislativo 150 del 2009. Le parti sociali,
inoltre, hanno condiviso la necessità di attribuire una forte
responsabilità ai dirigenti in considerazione del ruolo rivestito
rispetto alla perfomance delle amministrazione di stabilire rigorosi
sistemi di collegamento fra obiettivi, premialità e risultati
conseguiti.
Come cambiala valutazione della produttività amministrativa?
Nella legge sarà individuato un sistema di valutazione che terrà conto
della perfomance organizzativa come strumento per la valutazione delle
figure dirigenziali e della perfomance individuale come valutazione e
conseguente incentivazione all'interno di un ufficio. Nel pieno
rispetto di quella "logica del risultato" che conta per i cittadini
utenti e le imprese che operano con la Pa.
Insomma, nessun cedimento ai sindacati?
Il protocollo conferma che si deve agire nel vigente modello di
relazioni sindacali. Non si legge mai la parola "concertazione", che è
stata eliminata con il decreto 150. Si fa riferimento solo all'esame
congiunto, che peraltro è una delle modalità previste nell'atto di
indirizzo all'Aran del luglio 2011, firmato proprio dal ministro
Brunetta.
Il coinvolgimento dei sindacati è previsto anche per la gestione della
mobilità.
Esattamente come avviene nel privato. Ma il coinvolgimento dei
sindacati non impedisce di attivare le disposizioni dell'articolo 33
del decreto legislativo 165 del 2001 su esuberi e mobilità.
La prima fase, quella dell'individuazione dell'esubero in relazione
alle esigenze funzionali o alla situazione finanziaria, è interamente
sotto la responsabilità del dirigente. L'individuazione dei soggetti da
mettere in mobilità invece, come avviene nel privato, deve essere fatta
definendo i criteri di scelta e per questo vanno coinvolti i sindacati.
Si fa così ovunque. E voglio sottolineare che proprio in contesti di
profonda crisi vincono le aziende che possono contare su buone
relazioni sindacali.
E i precari? Si stabilizzano?
Ne lprotocollo non si fa riferimento a questo. Anzi, è ribadito il
principio costituzionale dell'articolo 97, che prevede l'accesso nella
Pa per concorso.
Si stabilisce che nei concorsi si terrà conto dell'esperienza acquisita
con rapporto di lavoro flessibile, come già indicato in alcune
disposizioni volute dal mio predecessore. C'è solo l'apertura di un
tavolo di confronto sui temi del precariato che può trovare soluzioni,
come ad esempio la proroga dei contratti, nell'ambito della
legislazione vigente e delle risorse disponibili.