I gestori dell'Invalsi
si accorgono, a modo loro, anche dell'esistenza del diritto di
sciopero. La titolare dell'istituto con sede a Frascati rispondendo ad
una domanda de "Il Sole 24ore" sulle motivazioni che hanno spinto la
sua organizzazione a decidere, unilateralmente, lo slittamento della
prova prevista per il 5 maggio nella scuola primaria, ha detto: "(...) abbiamo deciso di rinviarle di un
giorno per rispettare il diritto di sciopero, ma senza incidere
negativamente sulle prove". Si continua a tacere sul fatto che
l'Invalsi, come tutti i committenti del mondo civile, dovrebbe
preoccuparsi di corrispondere il giusto compenso a coloro di cui
richiede l'impegno professionale, evidentemente pretendono di valutare
la scuola italiana (con criteri decisi solo da loro) sulla base dello
sfruttamento del lavoro intellettuale delle persone.
Spesso i docenti e in qualche caso anche gli Ata, con metodi talvolta
poco commendevoli, sono costretti a svolgere le attività collaterali
relative allo svolgimento dei quiz a crocette che sarebbero incombenze
dell'ente di Frascati. La cricca che sponsorizza l'Invalsi parla di
merito e poi i primi a dare l'esempio di come si scarica il lavoro
sugli altri sono loro. Solo forzatamente si riesce talvolta a trovare
compensi usando il fondo d'istituto, l'Invalsi è l'unica istituzione
pubblica che pretende ufficialmente lavoro gratis dalle persone: si
dovrebbero occupare di istruzione però agiscono in maniera avulsa da
ogni diritto.
Non conoscono alcuna forma di relazione sindacale, qui a Parma
rivendichiamo un tavolo contrattuale con loro da anni, che cognizione
hanno del diritto queste persone che si dicono così competenti?
Salvatore Pizzo
Coordinatore Provinciale Gilda Unams
- Parma