A settembre
risuona la campanella per dare inizio al nuovo anno
scolastico.
Sono state annunciate diverse novità che dovrebbero far sperare ad un
processo di reale innovazione, alla luce della Legge 107/2015, nota
come la "legge della buona scuola", ma sarà veramente "buona"? La
macchina innovativa procede lentamente e s'intrecciano elementi di
confusione e di disordine. Molte scuole sono prive di dirigenti a causa
del ritardato bando del concorso a preside e, quindi, vengono assegnate
in reggenza, ma, di fatto, restano prive di guida e solo grazie alla
buona volontà dei docenti collaboratori si svolge la semplice attività
"ordinaria". Le nomine dei nuovi docenti, i vincitori di concorso,
s'intrecciano con le attese di tanti docenti meridionali, nominati al
Nord e molti di essi, lo scorso anno sono utilizzati al Sud nei posti
di sostegno, anche senza titolo.
Ora quest'operazione appare impossibile e non si comprende come i posti
utilizzati lo scorso anno, adesso non siano più disponibili, eppure gli
alunni disabili con BES e DSA aumentano, i titolari dei benefici della
Legge 104 incrementano e sono parecchi coloro che, pur non di ritornare
al Nord, sfruttano i benefici della legge, chiedendo un anno di
"aspettativa" che garantisce stipendio e minori sacrifici.
Quest'anno si celebrano i quarant'anni della Legge 517 /1977 che aprì
la scuola verso il graduale passaggio dal semplice "inserimento" nella
scuola ad un cammino di "integrazione"dei disabili con la presenza del
docente di sostegno. Oggi. in riferimento ai decreti legislativi n.62 e
n.66 del 2017, tale processo si orienta verso la prospettiva dell'
inclusione sociale dei disabili come indicato nelle nuove regole sulla
valutazione degli alunni e sull'inclusione scolastica degli studenti
con disabilità.
Positiva l'apertura del Ministro Fedeli verso l'elevazione
dell'obbligo scolastico a 18 anni e la sperimentazione del Liceo
breve o in quattro anni, progetto già in atto da alcuni
anni e che a partire dall'anno scolastico 2018
coinvolgerà 100 scuole d'Italia.
Sarebbe auspicabile che già da quest'anno i ragazzi di terza
media vengano avviati ad un consolidamento del metodo di studio e ad
esercizi di apprendimento efficace in vista della scelta del liceo
breve, così da essere idonei a seguire una didattica intensiva, capace
di offrire nuove opportunità di ampliamento dell'offerta formativa,
inserendo nel piano di studio armonico e significativo anche tematiche
di diritto, economia, finanza e cittadinanza, che non trovano spazio
nell'ordinario curricolo scolastico, non sempre indirizzato allo
sviluppo di competenze e conoscenze essenziali e significative.
Nel constatare questi elementi che tendono a vivificare la scuola,,
vien proprio da rispondere con la celebre espressione di George
Christoph Lichtenberg: "Io non so se le cose andranno meglio, quando
andranno diversamente, ma una cosa è certa, dovranno andare
diversamente."
La scuola non può restare ingabbiata nella sua rigida struttura che
blocca e mortifica le potenzialità e le risorse dei singoli, ma
attraverso una progettata sperimentazione dovrà offrire modelli
organizzativi diversi e funzionali, in risposta alle esigenze di
ciascuno.
Risulta, infatti, difficile l'impresa di rinnovare radicalmente il
sistema scolastico , mentre alcune correzioni potranno contribuire al
miglioramento.
Il progetto del liceo quadriennale, che non ha come obiettivo il
risparmio di un miliardo e mezzo di euro, riducendo di un anno il
percorso scolastico finale degli studenti, ma ha l'ambizione di offrire
positive opportunità a ragazzi eccellenti e meritevoli, di poter
entrare nel mondo universitario e del lavoro con un anno di
anticipo. Take opportunità al momento viene offerta a chi intende
scommettersi per una scuola di qualità, capace di sostenere le
eccellenze, per valorizzare i talenti di tanti ragazzi, che sono
spesso costretti a vivere di rendita in classi eterogenee nelle quali i
docenti sono costretti a rallentare il percorso formativo con frequenti
intervalli per recuperi e ripassi.
I ritmi dell'anno scolastico scanditi dai periodici e programmati
scioperi, segnati dalla ritualità sindacale, le non sempre
efficienti tempistiche di nomine, e assegnazione di cattedre, la
mobilità del personale, la non facile gestione delle supplenze, spesso
a svantaggio dell'auspicato potenziamento, gli imprevisti causati
a volte da inefficienza delle strutture edilizie, rendono spesso
improduttivo il tempo scuola che dovrebbe essere tutto "tempo di
apprendimento".
Tra le nuove disposizioni ministeriali figura la necessità che
ogni istituto scolastico nomini il docente referente per
cyber-bullismo, quale docente esperto di relazioni educative e che
vengano rispettate le norme dei vaccini per le iscrizioni.
La carenza di personale ausiliario ha fatto prevalere l'ipotesi di
attivare la "settimana corta" che, se non ben strutturata e
metodologicamente guidata, risulta dannosa ai fini della crescita
culturale e formativa.
La lenta e complessa burocrazia scolastica dovrebbe quest'anno
concretizzare la funzionalità dell'organico dell'autonomia che
prevede oltre ai docenti curriculari, la presenza dei docenti di
sostegno e di potenziamento a garanzia di un'efficace azione didattica.
Anche la ripartizione per ambiti territoriali quest'anno dovrebbe
essere operativa e questa innovazione ribalta la
tradizionale cultura del "posto di lavoro", per cui i
docenti saranno più titolari presso una singola istituzione scolastica,
bensì apparterranno ad uno specifico ambito territoriale che comprende
un territorio ampio, con la presenza di diverse istituzioni
scolastiche.
Appare inoltre opportuno segnalare l'istanza di tanti genitori che
reclamano il diritto della "libertà di scelta" della scuola più idonea
e la proposta, ormai codificata del costo standard per
studente, dovrebbe apportare una reale innovazione nel potenziare la
scuola paritaria ed in particolare la scuola cattolica, che ha maturato
nel tempo esperienze e competenze gestionali.
L'attesa riforma degli Organi Collegiali della scuola dovrà
necessariamente apportare una radicale modifica agli organismi
rappresentativi per una gestione efficace ed efficiente.
Nonostante le numerose difficoltà, per dare garanzia di efficacia
all'anno scolastico, occorre una positiva carica di entusiasmo che
produca ottimismo, e solleciti dinamica ricerca del miglior bene per
gli studenti, rispondendo ai bisogni di tutti e di ciascuno. La
mancanza di entusiasmo, infatti, determina depressione, stanchezza,
demoralizzazione, indifferenza, apatia e freddezza e tutto ciò non
aiuta a crescere e fa male a se stessi e agli studenti.
Con quest'augurio il nuovo anno scolastico si apre verso nuovi
orizzonti e traccia un nuovo sentiero da percorrere. Buon cammino!
Giuseppe Adernò