I valori dimenticati dell'Inno di Mameli
Il dirigente scolastico provinciale di Bergamo, Luigi Roffia, ha deciso che anche quest’anno il nuovo anno scolastico sarebbe stato inaugurato, il 16 settembre, con l'Inno d'Italia e la cerimonia dell'alzabandiera. Alla Lega, che lo scorso anno non era al governo, è venuta l’orticaria e ha alzato la voce dicendo, tramite il consigliere regionale Daniele Belotti, che a questo punto sarebbe “meglio far cantare Noter de Berghem”, una tra le più note canzoni bergamasche che, come scriveva Luciano Ravasio su l’Eco di Bergamo (domenica 31 maggio 2001) “nonostante il titolo solenne non dice quasi nulla su come siamo noi di Bergamo, salvo far coincidere la nostra identità con la parlata locale”. “Sceneggiata” per sceneggiata. E li sentiamo, quei 900 ragazzi dell’istituto tecnico Natta, mentre un gruppo di cadetti della guardia di finanza in alta uniforme procederà al rito militare del tricolore issandolo sul pennone, cantare:
E che l'è la me ca che,
e che comande me che,
òi saì chi à e chi è che,
òi saì chi à e chi è che
so me 'l padrù.
(e qui comando io / e questa è casa mia / voglio sapere chi va e chi viene / sono io il padrone).
e ancora, finale degno di un inno identitario
Noter de Berghem, de Berghem, de sura
a l'urinare ghe dis "ol bocàl".
(Noi di Bergamo / di Bergamo di sopra / il vasino da notte lo chiamiamo il "pitàl").
Polemica, naturalmente, anche sul Tricolore. Dal 10 aprile 1998 esiste, in Veneto, una Legge regionale la quale stabilisce che in tutti gli enti pubblici, scuole comprese, sia esposta insieme con la bandiera italiana ed europea anche quella della Regione, ovvero il vessillo con il leone alato di San Marco.
“Esporre il tricolore o il Leone di San Marco? –ha detto Diego Vello, coordinatore del Movimento studenti padani- Se la scuola deve insegnare anche identità, cultura e appartenenza alla propria terra certamente la bandiera veneta con il Leone”.
Ma il dio Po quest’anno, hanno fatto sapere dalle pendici del Monviso, andrà in vacanza proprio a settembre e così i riti runici e le ampolle non eviteranno che il 16 settembre a risuonare nel cortile dell’istituto tecnico Natta sarà non solamente l'Inno nazionale italiano ma anche l'Inno alla gioia di Beethoven (simbolo dell'Ue). Un’iniziativa, fa sapere Luigi Roffia, presa in accordo con la consulta studenti e a cui interverranno anche le autorità cittadine e provinciali.
L'iniziativa rientra nell'ambito di una più vasta attività che dirigenti scolastici e docenti stanno portando avanti da tempo negli istituti bergamaschi. "Da anni lavoriamo insieme ai ragazzi sui temi della legalità, dell'educazione civica, della cittadinanza, dei valori e delle regole da seguire - prosegue Roffia - Quindi la notizia che il Governo ha istituto un'ora di cittadinanza e costituzione non può che farmi piacere".
Per la Lega Nord invece cantare l’Inno di Mameli non è che una "sceneggiata". L’uscita è una di quelle che ci aspetta dal Carroccio, un’esternazione che fa parte del sacro testo dell’esperienza padana, ripetibile come ogni rituale fino a diventare meccanico, noioso forse anche per chi lo ripete da sempre. Sempre, al primo accenno. Noioso perché ha perso il quid della battaglia, che ha perduto il fascino della minoranza che lotta contro lo Stato, che dal culturale è passato al culturismo, mostrando muscoli d’aria e immaginari fucili imbracciati sull’attenti, in piedi sul Va’ pensiero. E il pensiero a forza di andare si è perso chissà dove.
Andrea Camboni
Il dirigente scolastico provinciale di Bergamo, Luigi Roffia, ha deciso che anche quest’anno il nuovo anno scolastico sarebbe stato inaugurato, il 16 settembre, con l'Inno d'Italia e la cerimonia dell'alzabandiera. Alla Lega, che lo scorso anno non era al governo, è venuta l’orticaria e ha alzato la voce dicendo, tramite il consigliere regionale Daniele Belotti, che a questo punto sarebbe “meglio far cantare Noter de Berghem”, una tra le più note canzoni bergamasche che, come scriveva Luciano Ravasio su l’Eco di Bergamo (domenica 31 maggio 2001) “nonostante il titolo solenne non dice quasi nulla su come siamo noi di Bergamo, salvo far coincidere la nostra identità con la parlata locale”. “Sceneggiata” per sceneggiata. E li sentiamo, quei 900 ragazzi dell’istituto tecnico Natta, mentre un gruppo di cadetti della guardia di finanza in alta uniforme procederà al rito militare del tricolore issandolo sul pennone, cantare:
E che l'è la me ca che,
e che comande me che,
òi saì chi à e chi è che,
òi saì chi à e chi è che
so me 'l padrù.
(e qui comando io / e questa è casa mia / voglio sapere chi va e chi viene / sono io il padrone).
e ancora, finale degno di un inno identitario
Noter de Berghem, de Berghem, de sura
a l'urinare ghe dis "ol bocàl".
(Noi di Bergamo / di Bergamo di sopra / il vasino da notte lo chiamiamo il "pitàl").
Polemica, naturalmente, anche sul Tricolore. Dal 10 aprile 1998 esiste, in Veneto, una Legge regionale la quale stabilisce che in tutti gli enti pubblici, scuole comprese, sia esposta insieme con la bandiera italiana ed europea anche quella della Regione, ovvero il vessillo con il leone alato di San Marco.
“Esporre il tricolore o il Leone di San Marco? –ha detto Diego Vello, coordinatore del Movimento studenti padani- Se la scuola deve insegnare anche identità, cultura e appartenenza alla propria terra certamente la bandiera veneta con il Leone”.
Ma il dio Po quest’anno, hanno fatto sapere dalle pendici del Monviso, andrà in vacanza proprio a settembre e così i riti runici e le ampolle non eviteranno che il 16 settembre a risuonare nel cortile dell’istituto tecnico Natta sarà non solamente l'Inno nazionale italiano ma anche l'Inno alla gioia di Beethoven (simbolo dell'Ue). Un’iniziativa, fa sapere Luigi Roffia, presa in accordo con la consulta studenti e a cui interverranno anche le autorità cittadine e provinciali.
L'iniziativa rientra nell'ambito di una più vasta attività che dirigenti scolastici e docenti stanno portando avanti da tempo negli istituti bergamaschi. "Da anni lavoriamo insieme ai ragazzi sui temi della legalità, dell'educazione civica, della cittadinanza, dei valori e delle regole da seguire - prosegue Roffia - Quindi la notizia che il Governo ha istituto un'ora di cittadinanza e costituzione non può che farmi piacere".
Per la Lega Nord invece cantare l’Inno di Mameli non è che una "sceneggiata". L’uscita è una di quelle che ci aspetta dal Carroccio, un’esternazione che fa parte del sacro testo dell’esperienza padana, ripetibile come ogni rituale fino a diventare meccanico, noioso forse anche per chi lo ripete da sempre. Sempre, al primo accenno. Noioso perché ha perso il quid della battaglia, che ha perduto il fascino della minoranza che lotta contro lo Stato, che dal culturale è passato al culturismo, mostrando muscoli d’aria e immaginari fucili imbracciati sull’attenti, in piedi sul Va’ pensiero. E il pensiero a forza di andare si è perso chissà dove.
Andrea Camboni