Lanterne e aquiloni
di Carlo Delfrati
In classe sono da poco arrivati un bimbo indonesiano e una bimba equadoregna. C' è un modo di vivere la molteplicità, ed è quello di ghettizzare il diverso, di isolarlo, quindi di creargli frustrazioni e sensi di rivalsa. Ce n’è un altro, che probabilmente funziona meglio. Ed è quello non solo di integrarlo, ma di valorizzare la sua diversità. Perché per esempio non chiedergli di far conoscere ai compagni una canzoncina del suo paese? Oppure un gioco cantato? O una danza? Sempre che nelle rispettive famiglie sia rimasto vivo qualcosa della loro tradizione musicale.
Per quanto importante possa e debba essere la salvaguardia delle proprie radici culturali, una società aperta è quella che prepara le integrazioni, programmandole con gradualità. E se può essere difficile immaginare integrazioni su terreni così scottanti come la religione o il costume sessuale, terreno ideale per il confronto amichevole possono essere il gioco e la musica. Nel calendario delle loro feste, i nostri bambini e ragazzi hanno aggiunto senza problemi Halloween, la notte delle streghe, importandola dai paesi anglosassoni. Perché non potrebbero per una volta aggiungere la Festa delle Lanterne che si svolge in Cina? Durante questa festa, i bambini preparano le loro lanterne e quando scende la sera escono in gruppi tenendole alte. Su ogni lanterna è disegnato un animale dell'anno. Oggi a Taiwan si vendono lanterne già pronte, con disegnati su, invece degli animali, gli eroi della TV o del cinema. Invece delle candele, lampade a batteria. Anche qui sta in agguato l'appiattimento globalizzante, lo stesso che sostituì tanti decenni fa, nell'immaginario dei bambini di tutto il mondo, il Pinocchio di Collodi con quello di Walt Disney. Può diventare una bella sfida per la maestra non solo far vivere la Festa delle lanterne ai suoi bimbi, italiani e magari marocchini, albanesi e sudamericani, ma rinfocolare negli stessi bambini cinesi presenti in classe i valori originari di quella festa. Come? Facendo costruire le lanterne dalle mani di tutti i suoi scolari, con i disegni originari, quelli ispirati ai dodici animali dell'anno. Passando da qui a conoscere tante altre cose di quell'universo che affascinò Marco Polo, e può ancora affascinare bambini che non subiscano la lezione di geografia come pedante toponomastica dei fiumi, delle città e delle merci. E se la lingua cinese, pur con tutta la sorprendente varietà dei suoi fonemi, può far allestire lezioni intriganti solo a un insegnate particolarmente versato, la musica ancora una volta può diventare il tramite più immediato e significativo. Quante canzoncine cinesi sono disponibili anche per le nostre scuole elementari; quante possibilità di ricreare con lo strumentario scolastico sonorità tipiche della musica tradizionale cinese.
In Cina c è un altro giorno significativo, il giorno della pulizia delle tombe, il Qing Ming Jie: rito importante per una civiltà basata sul rispetto degli antenati. Collocato all'inizio di aprile, serve anche come festeggiamento per l'arrivo della primavera. Ma c è un aspetto di questo rito che ha molto da insegnare anche ai nostri bambini, ed è legato al gioco degli aquiloni. In Cina gli aquiloni venivano adoperati dagli eserciti per mandare i loro messaggi. Nel Qing Ming Jie vengono fatti volare dai bambini cinesi per un rito liberatorio: durante il giorno della pulizia delle tombe, si scrivono sugli aquiloni tutti i dolori, i dispiaceri, i malanni, e si affidano agli aquiloni perché il vento li porti via... Da uno studio sulla pratica degli aquiloni nelle diverse civiltà del mondo potrebbe nascere un suggestivo percorso interdisciplinare, capace di far conoscere, dietro le usanze particolari, gli specifici valori culturali che esse incarnano. Se il gioco di cui parla Khaled Hosseini nel suo bel romanzo Il cacciatore di aquiloni riflette il valore assegnato dall'antica cultura afgana alla competizione anche aspra ma sempre all insegna dello sportivo fair play, a Montopoli Sabina gli aquiloni vengono fatti volare per tenere alta la speranza di pace. E questo è solo l'inizio di un possibile lungo percorso: al quale la musica, fatta e ascoltata, può fornire una allettante e significativa colonna sonora.
di Carlo Delfrati
In classe sono da poco arrivati un bimbo indonesiano e una bimba equadoregna. C' è un modo di vivere la molteplicità, ed è quello di ghettizzare il diverso, di isolarlo, quindi di creargli frustrazioni e sensi di rivalsa. Ce n’è un altro, che probabilmente funziona meglio. Ed è quello non solo di integrarlo, ma di valorizzare la sua diversità. Perché per esempio non chiedergli di far conoscere ai compagni una canzoncina del suo paese? Oppure un gioco cantato? O una danza? Sempre che nelle rispettive famiglie sia rimasto vivo qualcosa della loro tradizione musicale.
Per quanto importante possa e debba essere la salvaguardia delle proprie radici culturali, una società aperta è quella che prepara le integrazioni, programmandole con gradualità. E se può essere difficile immaginare integrazioni su terreni così scottanti come la religione o il costume sessuale, terreno ideale per il confronto amichevole possono essere il gioco e la musica. Nel calendario delle loro feste, i nostri bambini e ragazzi hanno aggiunto senza problemi Halloween, la notte delle streghe, importandola dai paesi anglosassoni. Perché non potrebbero per una volta aggiungere la Festa delle Lanterne che si svolge in Cina? Durante questa festa, i bambini preparano le loro lanterne e quando scende la sera escono in gruppi tenendole alte. Su ogni lanterna è disegnato un animale dell'anno. Oggi a Taiwan si vendono lanterne già pronte, con disegnati su, invece degli animali, gli eroi della TV o del cinema. Invece delle candele, lampade a batteria. Anche qui sta in agguato l'appiattimento globalizzante, lo stesso che sostituì tanti decenni fa, nell'immaginario dei bambini di tutto il mondo, il Pinocchio di Collodi con quello di Walt Disney. Può diventare una bella sfida per la maestra non solo far vivere la Festa delle lanterne ai suoi bimbi, italiani e magari marocchini, albanesi e sudamericani, ma rinfocolare negli stessi bambini cinesi presenti in classe i valori originari di quella festa. Come? Facendo costruire le lanterne dalle mani di tutti i suoi scolari, con i disegni originari, quelli ispirati ai dodici animali dell'anno. Passando da qui a conoscere tante altre cose di quell'universo che affascinò Marco Polo, e può ancora affascinare bambini che non subiscano la lezione di geografia come pedante toponomastica dei fiumi, delle città e delle merci. E se la lingua cinese, pur con tutta la sorprendente varietà dei suoi fonemi, può far allestire lezioni intriganti solo a un insegnate particolarmente versato, la musica ancora una volta può diventare il tramite più immediato e significativo. Quante canzoncine cinesi sono disponibili anche per le nostre scuole elementari; quante possibilità di ricreare con lo strumentario scolastico sonorità tipiche della musica tradizionale cinese.
In Cina c è un altro giorno significativo, il giorno della pulizia delle tombe, il Qing Ming Jie: rito importante per una civiltà basata sul rispetto degli antenati. Collocato all'inizio di aprile, serve anche come festeggiamento per l'arrivo della primavera. Ma c è un aspetto di questo rito che ha molto da insegnare anche ai nostri bambini, ed è legato al gioco degli aquiloni. In Cina gli aquiloni venivano adoperati dagli eserciti per mandare i loro messaggi. Nel Qing Ming Jie vengono fatti volare dai bambini cinesi per un rito liberatorio: durante il giorno della pulizia delle tombe, si scrivono sugli aquiloni tutti i dolori, i dispiaceri, i malanni, e si affidano agli aquiloni perché il vento li porti via... Da uno studio sulla pratica degli aquiloni nelle diverse civiltà del mondo potrebbe nascere un suggestivo percorso interdisciplinare, capace di far conoscere, dietro le usanze particolari, gli specifici valori culturali che esse incarnano. Se il gioco di cui parla Khaled Hosseini nel suo bel romanzo Il cacciatore di aquiloni riflette il valore assegnato dall'antica cultura afgana alla competizione anche aspra ma sempre all insegna dello sportivo fair play, a Montopoli Sabina gli aquiloni vengono fatti volare per tenere alta la speranza di pace. E questo è solo l'inizio di un possibile lungo percorso: al quale la musica, fatta e ascoltata, può fornire una allettante e significativa colonna sonora.