C'è una porta nel muro dei mille ritegni
senza scritta, mimetizzata quasi
conduce dove l'io diventa noi
una mandorla oppure un grano azzurro
forse manciata di pistilli
la pioggia che lucida la soglia
e controvento
apre singhiozzi agli occhi
a volte brucia
si chiude alle risate sulle rampe
come colpi d'ariete
lungo il fossato i cardini caduti
delle battaglie perse.
I vincitori restano impettiti
nelle toghe d'amianto
non li stana l'acerbo temporale.
Non li denuda il fulmine
ed il fiore
attorcigliato a fune di stagione
è dis-piacere dis-pensato ad arte
bussano senza tema di ferire
e lei riavvolge trecce dalla torre.
senza scritta, mimetizzata quasi
conduce dove l'io diventa noi
una mandorla oppure un grano azzurro
forse manciata di pistilli
la pioggia che lucida la soglia
e controvento
apre singhiozzi agli occhi
a volte brucia
si chiude alle risate sulle rampe
come colpi d'ariete
lungo il fossato i cardini caduti
delle battaglie perse.
I vincitori restano impettiti
nelle toghe d'amianto
non li stana l'acerbo temporale.
Non li denuda il fulmine
ed il fiore
attorcigliato a fune di stagione
è dis-piacere dis-pensato ad arte
bussano senza tema di ferire
e lei riavvolge trecce dalla torre.
CRISTINA BOVE