Una nota del Miur
conferma la normativa vigente anche per il 2014/2015. Continuano le
stangate del MEF, molte scuole senza Dirigenti e Direttori. L'impegno
della FLC per contrastare la solita deriva ragioneristica sul sistema
pubblico di istruzione. La nota ministeriale 2828/13 istruisce gli Uffici
Scolastici Regionali sui prossimi piani di dimensionamento i cui
effetti vanno inseriti a sistema entro il 31 gennaio 2014. I piani
dovranno essere predisposti secondo la normativa vigente, dal momento
che allo stato attuale nessun accordo è stato raggiunto tra i diversi
soggetti istituzionali (Miur/Mef/Conferenza Unificata) sul numero medio
di alunni per istituto a livello regionale.
La programmazione della nuova rete scolastica dovrebbe lasciare
inalterati i posti, organico, 8053, di dirigente scolastico e DSGA già
autorizzati lo scorso anno scolastico. Restano fuori dalla partita i
Cpia, in attesa di regolamento, e le scuole sottodimensionate che
potranno contare solo su figure “reggenti”.
Il nostro giudizio
La conferma delle norme che, a partire dalla spending review (D.L.
98/2011 convertito in Legge 111/2011), si sono tragicamente succedute,
assestando feroci tagli al numero delle scuole e creando dei veri
propri mostri soprattutto nelle scuole di base (per numero di alunni e
per numero di plessi), continua a produrre i suoi effetti negativi sul
nostro sistema scolastico, Cpia compresi.
Il nuovo corso all’insegna del “non più tagli” già naufraga sotto i
colpi della nuova revisione della spesa.
La nota Ministeriale oltre ad essere tardiva è quantomeno discutibile
sul piano logico- giuridico perchè tenta di trasformare un quadro di
fatto (la media regionale degli alunni per istituto) in un quadro di
diritto (numero massimo degli incarichi a tempo indeterminato
conferibili ai Dirigenti scolastici).
La facoltà per le Regioni di stabilire autonomi criteri di
configurazione della rete è di fatto annullata dalla facoltà del MEF di
non accordare il suo concerto su di numero medio ragionevole di alunni,
per cui ora le Regioni e gli USR dovranno operare sulla base della
normativa vigente (così è stabilito dalla richiamata legge 128/2013).
Si conferma quanto avevamo reso chiaro con le nostre proposte di
emendamento al D.L. Istruzione in sede di sua conversione in legge
(128/2013). La FLC CGIL aveva proposto di fissare un numero medio di
alunni nel testo della Legge di conversione (900 era il tetto indicato
da un ordine del giorno del Senato dopo la sentenza della Corte
Costituzionale 147/2012): ciò avrebbe tolto al Ministero dell’Economia
la facoltà di ritenere ormai incamerati i tagli già contabilizzati sul
numero “minimo” di mille alunni nelle scuole del primo ciclo e avrebbe
reso più chiare e trasparente l’interlocuzione istituzionale
nell’individuazione di successivi criteri. Così non è stato, ed oggi se
ne pagano le conseguenze.
Lo stallo andrà a tutto danno del sistema scolastico: scuole
grandissime, abborracciate per fare cassa e non per costruire complessi
scolastici “sostenibili”, con istituti senza dirigente scolastico e
DSGA che continueranno ad operare con le reggenze, con dirigenti
scolastici impossibilitati a svolgere un ruolo di leader educativi e
ormai relegati a puri amministratori di megaistituti costruiti con
criteri “extrascolastici”.
Ogni nuovo governo e ogni leader nuovo che avanza comincia giurando
sull’importanza della scuola, ma poi prosegue con i tagli strutturali
(vedasi quel che si annuncia con la finta sperimentazione del taglio di
un anno alle superiori, quel che si vorrebbe fare con il Fondo di
istituto per il secondo anno consecutivo e ora quel che si
annuncia sul dimensionamento).
Intanto abbiamo immediatamente chiesto e ottenuto dal MIUR un incontro
che si svolgerà all’inizio di gennaio 2014, perché, come FLC CGIL,
abbiamo l’intenzione di non lasciare nulla di intentato per contrastare
questa deriva.
Flccgil.it