Il disegno di legge S.1611, sulle intercettazioni, sarà probabilmente definito entro pochi giorni. Oltre ad essere una chiara violazione di quanto stabilito dalla Corte europea dei diritti dell’uomo che già in diverse sentenze ha stabilito la prevalenza sul diritto all’informazione su quello della privacy, questo disegno di legge mira ad attaccare ancora una volta la magistratura; cioè la categoria professionale più seria e competente che abbiamo in Italia, e che sicuramente merita di essere difesa. Mentre si commemora dappertutto la strage di Capaci, con la solita ipocrisia italiana delle celebrazioni che non sono seguite dai fatti, si trama l’eliminazione di fatto dei poteri giudiziari costituzionalmente sanciti o comunque una loro indubbia vanificazione.
Limitare le intercettazioni signfica privare di fatto i pubblici ministeri dei loro strumenti di lavoro ; senza le intercettazioni non si sarebbe saputo nulla di Tangentopoli né ci sarebbero state altre inchieste importanti. In pratica molti reati sarebbero restati completamente impuniti perché sconosciuti. Anche sul piano dell’informazione, questo ddl ponendo molti limiti ai giornalisti, lede fortemente il “diritto d’informazione” dei cittadini in palese violazione dell’art.21 della Costituzione.
Ciò che sgomenta è tale evidente tentativo di prevaricazione dell’esecutivo sull’autonomia del potere giudiziario, come ha ben rilevato oggi lo stesso capo della procura Antimafia, Piero Grasso, in occasione del ricordo della strage di Capaci, ed anche che esso venga mascherato come un modo per tutelare la privacy ; pretesto indifendibile se consideriamo che vivere in uno stato di diritto è sicuramente prioritario rispetto alla riservatezza di elementi che potrebbero fortemente celare dei reati. Nel contempo,però, in modo quasi schizofrenico, si crede di rendere necessaria una maggiore “sicurezza” per i cittadini incrementando la presenza di polizia ,e ancor qui la cosa potrebbe anche essere normale, ma addirittura di militari per le strade: e quest’ultima cosa dovrebbe quanto meno dar molto da riflettere. Verrebbe da chiedersi: che tipo di sicurezza si deve garantire al cittadino? Solo quella, sacrosanta, a non subìre scippi ma non quella senz’altro parimente importante di pretendere la dovuta trasparenza da parte di chi ci governa? Perché da un parte si sventola tanto l’esigenza della sicurezza, si inculca nella gente la paura… la paura dell’immigrato, del ladro, dello scippatore… di chiunque ma non la paura di vedere i soliti intoccabili liberi e svincolati da ogni buon rendiconto sul loro operato?
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