Leggero,
elegante, delicato, il primo romanzo di Rita Garofalo CONTROVENTO
(Algra editore) racconta un'originale esperienza, che può diventare
modello ed esempio sul come comportarsi quando si rimane coinvolti nel
vortice di un tumore annunciato e s'imbocca il sentiero terapeutico.
L'autrice, che è un medico, specialista in endocrinologia, psicologa e
psicoterapeuta, narra dello smarrimento di una donna che scopre
di avere un tumore al seno e che, anzicché pensare di
combatterlo, lo accoglie come un "figlio indesiderato e maligno",
ma soprattutto come un'opportunità per un cambiamento di vita.
Il racconto appare come un "viaggio dell'anima" dove il tumore al seno
diventa strumento per ripercorrere il passato, affrontare i fallimenti
e le contraddizioni di una vita, per giungere infine alla
guarigione del "cancro del seno e dal cancro dell'anima che lo ha
generato".
E' un inno alla vita che vale la pena vivere con la gioia del dono e la
prospettiva di essere anche di aiuto agli altri nella costruzione del
bene sociale. Il romanzo si evolve nell'arco di nove mesi, quasi
il periodo di una gestazione, e consente alla tenera e fragile Lisa
(protagonista del romanzo), di sviluppare una forza e un coraggio
capace di trasformare il male in bene. "Cirillo", questo è il nome con
cui Lisa chiama il suo " figlio maligno", si trasforma, come
dimostra il racconto del suo percorso terapeutico, in " figlio
benigno", accompagnandola e guidandola verso la libertà e il riscatto
di una vita nuova.
L'autrice assegna al romanzo un valore sociale: affrontare
la malattia non come una disgrazia da subire, alla quale rassegnarsi
con dolore, nè come un nemico da combattere, bensì come un'opportunità
da accogliere per proseguire il cammino della propria crescita
interiore. La malattia, vissuta come espressione di un conflitto che ha
bisogno di emergere per essere affrontato, diventa opportunità
per un cambiamento necessario e funzionale alla prorpia vita.
Il coraggio di Lisa, scrive Luigi La Rosa, insegnante di scrittura
creativa, diventa metafora della
forza del vivere ed il suo riscatto assume una valenza universale, la
sua risalita dalle ragioni dell'oscurità e del dolore, un prezioso
messaggio di speranza e di crescita, di affermazione sul malessere
esistenziale.
Leggendo i capitoli brevi e scorrevoli, con stile d'immediata
comunicazione e di coinvolgimento nella vicenda, il lettore e le tante
lettrici che potranno ritrovarsi nel dramma descritto avranno
l'opportunità di apprendere un possibile percorso da seguire per venir
fuori dal tunnel dell'angoscia e della disperazione.
Il romanzo che ha uno sfondo fortemente autobiografico, come l'autrice
diachiara nella postfazione, assume valore didascalico e
diventa medicina di coraggio che non si vende in farmacia e che fa
tanto bene, consentendo al lettore di "imparare, vedendo fare". La
protagonista assurge al ruolo di testimone di una vittoria
possibile, infatti, al termine della cura " la speranza come un fiume
carsico riaffiora" nel suo cuore e in quello del lettore che ne ha
condiviso le vicissitudini.
La lezione che la protagonista -autrice ha imparato e che ripropone ai
lettori è di "non aver paura delle difficoltà" che s'incontrano lungo
il cammino della vita. L'aquilone, infatti, vola "controvento" e
ci insegna a sfruttare le correnti, anche le piú sfavorevoli, per
librarci in volo
Nuovi orizzonti letterari appaiono dopo questo fantastico romanzo per
l'esordiente scrittrice, la quale, guardando in alto, segue il percorso
del suo colorato aquilone nel cielo blu, come il colore della collana
"fiori blu" diretta da Orazio Caruso e Maria Rita Pennisi, dove è stata
incastonata questa gemma.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it