La sperimentazione
partirà nell'anno scolastico 2018/19, intanto i
ragazzi di terza media vengano avviati ad un consolidamento del metodo
di studio e ad esercizi di apprendimento efficace. Con il decreto
firmato dal Direttore generale degli Ordinamenti del Miur, Maria
Assunta Palermo, è stato reso noto l'elenco delle cento scuole d'Italia
che dal prossimo 16 gennaio potranno accogliere le iscrizioni di alunni
che dall'anno scolastico 2018-2019 realizzeranno il progetto
sperimentale di scuola secondaria di secondo grado in quattro anni
anziché in cinque anni. Delle cento scuole ammesse alla sperimentazione
di cui 20 della Lombardia, 12 della Campania e 10 della Puglia, solo
quattro sono le scuole siciliane: il liceo Scientifico "Mottura" e il
liceo classico "R.Settimo" di Caltanissetta; il liceo scientifico
"Ruiz" di Augusta, e l'Istituto partitario "Gonzaga" di Palermo.
In alcuni licei di Catania la proposta è stata discussa nei Collegi
Docenti, ma ha prevalso la linea del "no", guidata dai docenti
preoccupati che tale sperimentazione possa produrre riduzione di
cattedre e di posti di lavoro. Riduzione che ci sarà certamente,
considerata la sempre crescente diminuzione di popolazione scolastica e
la difficoltà di mantenere il numero delle classi specie nei licei
classici.
E' doveroso precisare che la sperimentazione, ma in questa fase di
avvio, non riduce i posti di lavoro bensì crea una nuova opportunità
per la scuola nel poter formare una classe speciale che diventa modello
e traino per la didattica e la migliore qualità del servizio
scolastico.
Sarebbe stata una positiva opportunità anche per le scuole paritarie
che a Catania soffrono la carenza delle iscrizioni, ma l'occasione
propizia non è stata colta.
Delle cento scuole d'Italia, selezionata tra 200 domande sono 28 le
scuole paritarie che hanno aderito al progetto sperimentale che è
improntato su una scuola efficiente ed efficace, costituendo una classe
di studenti particolarmente motivati e adeguatamente stimolati a fare
sempre meglio e sviluppare al massimo le abilità di base, conseguendo
lodevoli competenze.
La sperimentazione oggi consente di costituire delle classi con alunni
che liberamente scelgono il percorso sperimentale, superano una prova
di ammissione e sono idonei a seguire una didattica intensiva, capace
di offrire nuove opportunità di ampliamento dell'offerta formativa,
inserendo nel piano di studio armonico e significativo anche tematiche
di diritto, economia, finanza e cittadinanza, che non trovano spazio
nell'ordinario curricolo scolastico, non sempre indirizzato allo
sviluppo di competenze e conoscenze essenziali e significative.
E' necessario che "l'accorciamento di
un anno delle superiori sia
adeguatamente compensato da una progettualità didattica ben strutturata
che non toglie, non riduce, non accorcia il programma di studio, ma,
come sostiene Andrea Gavosto della Fondazione Agnelli, lo qualifica e
lo rende significativo e funzionale".
Ecco l'impegno e il coraggio dei docenti che hanno accolto la
sfida della sperimentazione già in da alcuni anni in dodici istituti e
con positivi successi.
Si isti et illi, cur non nos?
Verrebbe da chiedersi, ma molti docenti
non hanno avuto il coraggio di puntare in alto e hanno preferito volare
a bassa quota.
La sperimentazione ha l'ambizione di offrire positive opportunità a
ragazzi eccellenti e meritevoli, che potranno immettersi nel mondo
universitario e del lavoro con un anno di anticipo.
In questa fase non è da considerare uno "scandalo" questa
differenziazione tra studenti, che, di fatto, già avviene nella scelta
tra i percorsi ordinari e le sezioni ad indirizzo di potenziamento
scientifico o linguistico, ma l'innovazione implicitamente sollecita a
rivedere il percorso formativo e il curricolo scolastico che si
definisce "verticale", ma rimane ancora spezzato e frammentario.
Non si tratta, quindi, di ridurre un anno, ma di qualificare il
percorso di studio, senza tempi morti di ripassi e recuperi, ma ricco
di proposte formative funzionali ed efficaci per comprendere e
interpretare l'oggi. L'espressione latina "Non scholae sed vita
discimus", oggi è rimasta solo una massima letteraria da
tradurre in
italiano, non trovando attuazione nel concreto.
La celebre espressione di George Christoph Lichtenberg: "Io non so se
le cose andranno meglio, quando andranno diversamente, ma una cosa è
certa, dovranno andare diversamente." trova nella
sperimentazione una
possibilità di operare "diversamente",
rispondendo ai bisogni degli
studenti e nello specifico di quei ragazzi che hanno delle belle
potenzialità e geniali risorse da sviluppare, che rimangono spesso
inespresse o poco valorizzate.
Si ritiene opportuno e auspicabile preparare gli alunni delle classi
terze della scuola secondaria di primo grado un cammino di costante
rinforzo nel consolidare un proficuo metodo di studio ed un
apprendimento efficace e significativo, anche adottando la metodologia
CLIL.
Per una maggiore garanzia del progetto quadriennale occorrono, infatti,
delle solide basi che si costruiscono negli anni e senza
improvvisazioni.
Giuseppe Adernò