Angelo Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it
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«E la scrittura è uno stupendo grido d’amore e di passione, colmo di poesia e di promesse cercate, carico d’ombre solenni e di misteri. Un versificare pari ad una “vertigine d’inchiostro”. Versi e parole che portano verso una vertigine emotiva, un “limitare e un liminare” affannoso e sofferto che racconta l’anima di chi scrive, fortemente abbarbicata alle parole che “contano il tempo perso, l’amore ritrovato, i sorrisi e le lacrime”, e nel mentre emozionano, possono essere violente, ferire, curare, carezzare e consolare e farsi “melodiche come una soave sinfonia”. […] La scrittura è “fatta di parole, di troppe parole, confuse e irrequiete, invadenti, frettolose e impazienti, inadeguate” in un clima che ora si fa ascendente e ora discendente a volerci raccontare che la Parola, nella sua malleabilità, può camminare tra i rovi dell’esistenza, vagare tra le fitte boscaglie, le putride fanghiglie, le strade sterrate, i pesanti macigni, i fallimenti. La penna scorre, infatti, “attenta tra le pieghe della vita” e lo scrivere è “un tarlo nascosto” e “una singolare natura incomprensibile agli occhi dei sani”. Un’apoteosi, dunque, della parola perché nominare le cose attraverso le parole significa guardarsi e guardare e, dunque, vedere e dare un senso a percorsi non sempre lineari della vita e acquisire uno sguardo più alto rispetto e riguardo al mondo. Anche quando le parole si fanno “sciocche e inadeguate, stupide e inutili” restano una vertigine d’inchiostro. Ma la vertigine resta e questo è fondamentale per chi legge. Del resto “scrivo perché non vivrei senza” e, dunque, usare le parole equivale a vivere ed esistere».
Luisa Pecora
«La scrittura è un rito religioso: è un ordine, una riforma, una rieducazione al ri-amore per gli altri e per il mondo come sono e come potrebbero essere. Una creazione che non svanisce come una giornata alla macchina da scrivere o in cattedra. La scrittura resta: va sola per il mondo. Tutti la leggono, vi reagiscono come si reagisce a una persona, a una filosofia, a una religione, a un fiore: può piacergli o meno. Può aiutarli o meno. La scrittura prova delle emozioni per dare intensità alla vita: offri di più, indaghi, chiedi, guardi, impari e modelli: ottieni di più: mostri, risposte, colore e forma, sapere. All’inizio è un atto gratuito. Se ti fa guadagnare tanto meglio. […] La cosa peggiore, peggiore di tutte, sarebbe vivere senza scrittura».
Sylvia Plath