La ricorrenza
del quarantesimo anniversario della morte del prof. Giorgio Piccitto,
fondatore della dialettologia catanese, ha consentito di celebrare
l'illustre cattedratico con un convegno di studi, che ha avuto luogo
nel "Coro di Notte" del Monastero dei Benedettini.
L'iniziativa, promossa dal prof. Salvatore Trovato, del Centro
studi filologici e linguistici siciliani, ha avuto un positivo successo
anche per la ricchezza di contributi culturali apportati dai relatori:
i professori Cristina Vallini e Domenico Silvestri, docenti ordinari di
linguistica nell'Università orientale di Napoli ed i nostri docenti di
linguistica all'Università di Catania Salvatore Sgroi e Salvatore
Trovato.
Nell'intervento introduttivo il prof. Giancarlo Magnano San Lio,
direttore del Dipartimento di Scienze umanistiche ha espresso parole di
apprezzamento per il doveroso ricordo che l'Università deve ai suoi
"padri nobili" e costruttori dell'edificio della cultura del nostro
Ateneo, mentre il prof Giuseppe Giarrizzo, emerito dell'Università di
Catania e Accademico dei Lincei, ha intrattenuto il pubblico parlando
dell'amico e collega Piccitto, evidenziando le ricche doti di umanità e
la specifica metodologia didattica, che ha coinvolto numerosi studenti
verso la ricerca della lingua e delle tradizioni siciliane.
La partecipazione del prof. Giovanni Ruffino, direttore del Centro
studi filologici e linguistici siciliani di Palermo ha completato la
triangolarità geografica: Catania, Palermo, Napoli, uniti insieme nel
ricordare un grande maestro e cultore della lingua siciliana, ricca del
suo dialetto preziosa eredità della lingua greca, latina, araba e
normanna.
Il motto del ragusano prof. Piccitto: "Saper fare e far sapere", ha
segnato il suo programma di vita e di ricerca e i due preziosi volumi
"Studi di linguistica siciliana" che per l'occasione sono stati
presentati, documentano la ricchezza e la profondità del lavoro di
ricerca messo in atto nel breve periodo di 26 anni di magistero
universitario, iniziato appunto nel 1945.
La classificazione delle parlate siciliane, l'attenzione per la
letteratura dialettale e l'avvio del suo capolavoro e monumento
letterario, il "Vocabolario siciliano", che sarà completato in seguito
dai professori Tropea e Trovato dal 1977 al 2002, costituiscono il
patrimonio di eredità culturale e scientifica, da custodire e
valorizzare.
Nei numerosi saggi, articoli e interventi sulla linguistica siciliana e
letteraria il prof. Piccitto, formatosi alla scuola del prof. Clemente
Merlo all'Università di Pisa, ha saputo mettere a frutto la passione
scientifica ed il sentimento di amore per la Sicilia, la sua lingua e
la ricchezza delle sue espressioni di lingua parlata.
La nozione teorica che la lingua comincia dall'ascolto, Egli l'ha
saputo mettere in atto condividendo esperienze anche di vita lavorativa
quale la pesca del pescespada, la vendemmia, la mietitura, la raccolta
delle olive, dove la lingua parlata e le espressioni dialettali,
costituiscono un vero tesoro di cultura e di riferimenti mitologici,
storici e letterari.
"Linguista di razza", come scrive Salvatore Trovato nella presentazione
dei volumi, il prof. Piccitto ha evidenziato padronanza della scienza
filologica e linguistica ben amalgamate da un profondo senso della
storia, realizzando così un'armonica circolarità tra storia, filologia
e linguistica.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it