Umberto, nato a
Racconigi il 15 settembre 1904, ter-
zogenito di Vittorio Emanuele III ed Elena di Savoia,
ricevette una severa educazione militare, unita a
complessi studi umanistici e giuridici.
Presente pur giovinetto sui campi di battaglia della
Grande Guerra assieme al padre, perfezionò la sua
formazione con numerosi viaggi in Europa: fu il primo Principe italiano
a recarsi in Argentina e Cile, salutato entusiasticamente dalla folta
colonia nazionale
lì stanziatasi fra '800 e '900.
Nel 1930 si univa in matrimonio con Maria Josè del
Belgio: dalle nozze nascevano nel 1934 S.A.R. la
Principessa Maria Pia, nel 1937 S.A.R. il Principe
Vittorio Emanuele, nostro Gran Maestro, nel 1940
S.A.R. la Principessa Maria Gabriella e nel 1943
S.A.R. la Principessa Maria Beatrice.
L'assunzione di sempre maggiori responsabilità istituzionali e militari
si cumulò a un intenso impegno in
ambito culturale e filantropico, che fece di Umberto,
assieme alla consorte, un punto di riferimento per tutto il popolo
italiano.
All'indomani dell'armistizio del settembre 1943, Umberto animò e guidò
la rinascita dell'Esercito italiano,
di cui seguirà l'avanzata nella campagna di liberazione dell'Italia
dall'occupante nazista: il 5 giugno 1944
assumeva le funzioni di Capo di Stato divenendo
Luogotenente Generale del Regno e svolgendo il delicatissimo ruolo di
rappresentante di una Nazione lacerata dalla guerra civile e dalle
lotte partitiche. Al fine di pacificare gli animi accettò che la forma
istituzionale dello Stato venisse decisa con un referendum popolare,
che purtroppo, pur avendo assunto la corona il 9
maggio 1946, non si svolse per giudizio unanime degli storici in un
clima di serenità e di pari opportunità
fra gli opposti schieramenti.
Il 13 giugno 1946, dopo che De Gasperi, presidente del Consiglio dei
Ministri assumeva le funzioni di Capo
dello Stato in assenza di una pronuncia della Corte di Cassazione sulla
legittimità del referendum, (che avverrà solo il 18 giugno successivo),
Umberto II lasciava l'Italia volontariamente al fine di evitare una
nuova
guerra civile. Dal suo esilio, durato 37 anni, il Re ha continuato a
seguire le vicende nazionali intervenendo
ogni qualvolta calamità naturali hanno devastato la Nazione e colpito
gli Italiani. Alla sua morte ha donato
all'Italia la Sua collezione numismatica e le bandiere di guerra a lui
rimesse dopo il 1946, mentre al Papa
Giovanni Paolo II la Sacra Sindone.
La figura di Umberto II è strettamente legata alla storia della Sicilia
(che ripetutamente visitò): il nostro Statuto regionale fu da lui
concesso e promulgato con il Regio Decreto Legislativo n. 455 del 15
maggio 1946.
Egli “dorme” il sonno dei giusti assieme alla Consorte nell’Abbazia di
Altacomba e ai Principi più antichi
della Sua Casa, in attesa che la basilica del Pantheon Lo accolga
unitamente ai Suoi Augusti Genitori.
Lo ricordiamo con questa splendida immagine che ritrae il Sovrano nella
Sua prima giovinezza.
Ordini dinastici della real casa di
Savoia
Delegazione di Sicilia - Vicariato di
Siracusa