A sei anni
dalla pubblicazione del volumetto della scrittrice catanese
Miette Mineo "La bambola graffiata"
(dieci storie sui diritti violati dei minori con approfondimenti), ed.
Prampolini 2009, il suo contenuto appare, purtroppo, di cogente
attualità. Le notizie che quotidianamente ci giungono da ogni parte del
mondo e anche da zone molto vicine a noi, testimoniano come ogni
diritto che tuteli e garantisca la dignità umana venga sistematicamente
calpestato e ignorato. Di questa situazione ne fanno maggiormente le
spese i minori. Riportiamo qui alcuni stralci dell'intervista
rilasciata dall'autrice durante una delle sue presentazioni e da lei
gentilmente concessa.
"La bambola graffiata" è composto da dieci racconti che parlano dei
diritti violati dei minori nelle varie parti del mondo. Una carrellata
sugli abusi più comuni e più noti compiuti a danno dei minori. La
mutilazione degli organi genitali femminili, il lavoro minorile, i
bambini soldato, i bambini di strada....Ogni racconto è seguito da un
approfondimento che spiega e fa il punto sulla situazione.
L'idea di scrivere questo libro è nata dalla mia militanza in
Amnesty International di cui sono stata attivista per parecchi
anni ed in cui ho ricoperto incarichi di responsabilità. Ma posso
affermare che sono stati loro, i bambini, a chiedermi di dar loro voce,
a spingermi ad occuparmi di loro.
Durante le nostre riunioni settimanali esaminavamo i vari casi di
violazioni dei DDUU nelle varie parti del mondo e spesso si parlava di
bambini. Vedevo i loro visetti smunti, spesso neri, o gialli dai tratti
asiatici occhieggiare dai fascicoli di A.I. Queste storie mi hanno
colpito profondamente perché riguardavano proprio i minori, cioè
l'anello più debole della società, che non possono difendersi e
sono sottoposti ad abusi molto gravi da parte di adulti scellerati che
li usano e li strumentalizzano per i loro sporchi interessi ... Parlo,
ad esempio, dei bambini soldato. Ma parlo anche di abusi che derivano
da costumi sociali antichissimi e che, anche se non nascono dalla
deliberata volontà di nuocere, lasciano tuttavia una traccia indelebile
nella mente e nel corpo delle ragazzine (mutilazioni degli organi
genitali femminili ...) e questi sono solo degli esempi. Ho voluto
quindi trattare di fatti scomodi, inquietanti che ancora persistono
nelle nostre società e che riguardano proprio gli "invisibili" cioè
coloro che non esistono e non possono farsi riconoscere se non gli
diamo noi la possibilità di rendere note le loro storie. I fatti
narrati sono sempre veri, nel senso che avvengono o sono avvenuti (nome
e cognome ) ma in alcuni casi sono stati inventati da me e immaginati
come se fossero veri, come se li vedessi in un film ... storie,
purtroppo, verosimili e tuttora attuali. Il che ci fa pensare
come questo tipo di denuncia, anche attraverso un libro, possa essere
utile."
Un libro dunque da rileggere e da far leggere ai nostri figli perché si
rendano conto di quanto fortunata sia la loro condizione, e -
perché no? - da riproporre agli studenti.